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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2012 alle ore 08:01.

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Mette sul banco degli imputati governo locale e regionale anche Ennio Buonomo, amministratore delegato del gruppo Codecasa, fondato a Viareggio nel 1925 da Giovan Battista Codecasa, specializzato nella costruzione di motoryacht, 70 milioni di ricavi (60% di export) e 75 dipendenti diretti. «Qui c'è la manualità, la capacità di fare bene le cose, mancano però le infrastrutture, sia di collegamento che portuali - spiega -. L'asse viario di penetrazione della città non è mai stato completato e il problema dell'insabbiamento del porto non è stato risolto in modo definitivo. È nata anche l'Autorità portuale, che però non ha ancora un segretario generale e dunque non può essere pienamente operativa - continua -. Ma se la politica fa bene il proprio mestiere, possiamo restare competitivi».

Chi spera di tornare sul mercato, puntando proprio sul segmento dei mega yacht e sul refitting è la Nuovi cantieri Apuania (Nca) di Massa, azienda che fa capo a Invitalia, messa in crisi dalla mancanza di commesse (sia private che pubbliche), con 150 dipendenti diretti e un indotto collegato di 400 persone, per la quale sono in corsa i gruppi Ocean e Tecnomar, quaest'ultimo controllato da Giovanni Costantino e Laura Giugiaro, figlia del designer Giorgetto. La scelta di Invitalia e del Governo dovrebbe arrivare a giorni, dopodiché un altro cantiere storico del distretto toscano riconvertirà la produzione alla nautica di lusso, alla riparazione e alla trasformazione delle vecchie imbarcazioni.
Per l'azienda di Massa, dunque, si prefigura il passaggio dalla cantieristica tradizionale (navi commerciali e traghetti) al refitting. Come sta facendo Benetti-Azimut a Livorno, dove il gruppo nautico è impegnato nel progetto "Porta a mare", un ambizioso programma di riqualificazione urbanistica dell'area portuale che per il sindaco Alessandro Cosimi «rappresenta un chance per l'intera città, grazie all'integrazione con il tessuto urbano, come è accaduto a Genova e Barcellona». La "Porta a mare" prevede un nuovo porto turistico da 700 posti barca, aree per la cantieristica di grandi dimensioni, negozi specializzati per la nautica, un centro congressi, appartamenti. L'investimento stimato è di 250 milioni.

«A breve sarà assegnata la gara a cui partecipiamo per l'assegnazione dell'area per i nuovi bacini di carenaggio, destinati alle navi olre i 90 metri e al refitting - spiega Poerio -. Speriamo di poter definire tutto prima di Natale, in modo da essere operativi a inizio 2013, sia sul fronte dello sviluppo della zona industriale, sia per quanto riguarda il nuovo porto turistico che sarà molto importante per la crescita del settore».
L'amministratore delegato di Benetti-Azimut parla del distretto come di un «ricchezza da proteggere e riorganizzare. Manca ancora una visione strategica d'insieme - sottolinea Poerio -. Penso alle imprese dell'indotto, prevalentemente focalizzate sul prodotto, ma poco sull'organizzazione e i processi. E penso all'intrinseca fragilità del polo produttivo - aggiunge - che ha bisogno di maggiore integrazione e di scelte politiche di lungo periodo».

È lontana l'epoca in cui si affermarono i primi cantieri navali in Toscana, all'origine sfruttando la via d'acqua dell'Arno e la potenza militare della repubblica marinara pisana, successivamente l'importanza economica del porto di Livorno, che nel XVI° secolo ebbe uno sviluppo consistente e fu messo in collegamento con la vecchia Darsena di Pisa (rimasta isolata dal mare). Alcuni nomi storici del settore, affermatisi nel tempo, sono ancora marchi famosi a livello mondiale: da Picchiotti, cantiere nato a Limite sull'Arno nel '600 e oggi nella scuderia Perini; allo stesso Benetti, fondato nel 1873 a Viareggio e rilevato da Azimut negli anni '80 del secolo scorso.
Una storia antica, dunque, che per continuare a essere di successo però ha bisogno di fare il salto di qualità. «La cantieristica può giocare anche la carta delle bellezze naturali e artistiche dell'entroterra toscano, in competizione con la costa francese», commenta Cerza. Al richiamo alle sinergie tra settori del segretario toscano della Cisl, fa eco l'appello dell'amministratore delegato di Benetti-Azimut all'integrazione del distretto. «È importante fare un cambio culturale e imparare a lavorare insieme per riorganizzare in chiave moderna la filiera produttiva», dice Poerio.
Dal cambiamento arrivano anche posti di lavoro: Benetti conta di crearne 600 a Livorno con il progetto delle grandi navi.

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