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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 07:55.

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In un Sud Italia dilaniato dalle grandi crisi industriali, il polo dell'aerospazio, che somma i distretti di Campania e Puglia, è certamente un'isola felice. Numerose le aziende con fatturati da grandi cifre, nutriti gli organici, importante il ruolo delle aziende leader, nonostante la congiuntura sfavorevole, forti e intense relazioni commerciali con l'estero, grandi investimenti in ricerca e buona propensione ad aggregarsi.

Insomma, una realtà unica nel panorama italiano, specie alla luce della recente costituzione di un grande cluster nazionale, a cui aderiscono cinque distretti di settore italiani, già impegnati insieme nella partecipazione al bando governativo con quattro proposte, oggi al vaglio del ministero, dal costo di circa 10 milioni.
Nel Mezzogiorno Campania e Puglia sono le regioni capofila del settore aeronautico rappresentando il 31% del fatturato nazionale. Uno studio di Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno del Banco di Napoli) stima in Campania un fatturato di 1,6 miliardi, con 56 unità locali, a cui vanno aggiunti consorzi e centri di ricerca arrivando a oltre 100 realtà (di cui 85 società di capitali),tra le province di Napoli e Caserta. Il polo campano, secondo per fatturato in Italia, è primo per numero di dipendenti con 8.404 addetti (contro gli 8.217 della Lombardia) ed esporta per circa 800 milioni (18% dell'export italiano).

Poco lontano, tra Brindisi e Foggia, il distretto pugliese: circa cinquanta imprese grandi (Alenia Aermacchi, Avio, AgustaWestland, Salver), medie (Gse, Dema, Tsm, Industrial Aeronautical Painting, Processi Speciali, Space Software Italia, Iacobucci) e piccole. Con vendite per più di 1 miliardo e 5.500 addetti (con l'indotto), il polo ha registrato una crescita sostenuta e ha assunto 1.500 giovani in cinque anni. «Il comparto – dice Federico Pirro, docente a Bari di Storia dell'industria – ha assunto carattere strategico e trainante».
Al centro della costellazione le grandi imprese. Avio ha a Pomigliano e a Brindisi impianti leader nella produzione di trasmissioni di potenza e per le turbine di bassa pressione. Alenia Aermacchi, opera nei siti produttivi di Pomigliano d'Arco – il più grande del Sud – Nola, Capodichino, con un totale di 4mila addetti circa. Massicia presenza anche in Puglia: il più recente impianto di Monteiasi-Grottaglie (Taranto) costruito di fianco all'aeroporto dalla pista più lunga d'Europa, si aggiunge a quello di Foggia.

Alenia, grazie anche a incentivi comunitari intermediati dalla regione Puglia, realizzerà un ramp-up produttivo con un investimento di 509 milioni. In totale, dall'inizio del programma fino al 2014, avrà investito in Puglia 1,3 miliardi. Finmeccanica, con Alenia Aermacchi e con il 14% del capitale in Avio, ha creduto nei processi di aggregazione a cui è stato dato il via definitivo. Prima la Puglia ha costituito il Dat (Distretto tecnologico dell'aerospazio), a seguire la Campania, a maggio scorso, ha dato vita al Dac. Il primo ha puntato su formazione e ricerca, il secondo ha pronti undici progetti di ricerca da 140 milioni circa la cui ripartizione definitiva è in corso. Entrambi i distretti coinvolgono i numerosi e accreditati centri di ricerca esistenti: in Campania Cira, Imast, cinque università campane, Cnr. In Puglia, ruolo chiave è assegnato al Politecnico di Bari e all'Università del Salento, ma non sono meno attivi Cetma, Enea, alcuni istituti del Cnr e il Consorzio Optel.

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