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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 07:55.

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Aggregazione e ricerca sono le carte da giocare per competere nel mondo. «Sulla scena mondiale si affermano altri Paesi produttori di aerei – dicono in Alenia Aermacchi – oltre a quelli storici. Ci troviamo insomma a competere con Corea del Sud, Messico, Portogallo, Tunisia, oltre a Cina, India e Indonesia. In questo contesto una sola azienda non va da nessuna parte. I distretti, quelli regionali e il cluster nazionale, sono l'unica chance che abbiamo. L'Italia arriva tardi a questo traguardo rispetto ad altre realtà.

A Tolosa, Amburgo e Montreal le aggregazioni di imprese e centri di ricerca sono ormai da tempo realtà di successo». In Italia, dove si cerca di recuperare il tempo perduto, ancora numerose questioni prioritarie sono sui tavoli della governance dei cluster. L'autonomia dei singoli distretti regionali rispetto a quello nazionale, a esempio, non è definita. «I singoli poli dovranno scegliere in autonomia la vocazione del proprio territorio – dice Luigi Carrino, presidente del polo campano – anche se ciascuno dovrà tener conto dei programmi nazionali». E ancora, si dovranno definire i ruoli di ricerca e università. «Abbiamo cambiato metodo – aggiunge Carrino – : è l'industria il soggetto che deve individuare i prodotti su cui competere e il mondo delle università deve su questi concentrare la propria attenzione». Infine,si discute sul peso che piccola e media impresa devono avere. Per Carrino, «ci deve essere cooperazione, anche nella condivisione dei programmi».

In realtà è nell'universo delle picccole e medie imprese che si è verificata una vera rivoluzione negli ultimi anni. «C'è una parte del tessuto produttivo che ha fatto un grande salto di qualità – spiega Luigi Iavarone, presidente del consorzio Sam, prima esperienza di aggregazione partita 15 anni fa – parlo delle imprese che si sono emancipate dal ruolo di subfornitore esclusivo di Alenia, si sono internazionalizzate intrecciando rapporti con committenti stranieri e hanno investito in ricerca. Ci sono poi numerose imprese che continuano a essere relegate al mercato domestico e vivono tra crescenti difficoltà». Di esempi di realtà virtuose ce ne sono sia in Campania che in Puglia: Magnaghi e Salver, a Napoli e Brindisi (si veda altro articolo in pagina), Dema, presente nelle due regioni, che ha aperto una filiale negli Usa, Tecnam, Oma Sud, Geven che produce interni per aerei. Una vera eccellenza, che compare nel novero dei tre fornitori mondiali di Airbus, Geven, che ha sede a Nola, sta realizzando un investimento di 30 milioni a Caivano (Napoli) dove concentrare le produzioni per il segmento di lusso. Comune denominatore è un ricco portafoglio per i prossimi dieci anni. Ma persino queste aziende devono fare i conti con problemi di liquidità, difficile accesso al credito, incentivi incerti ed erogati tardi.

«Il problema principale – dice Giuseppe Acierno, presidente del Dat e del meta distretto nazionale – è di tipo finanziario: l'assenza di liquidità spesso pregiudica la voglia di investire delle pmi o addirittura mette a repentaglio la loro esistenza».
Scarse risorse finanziarie, una politica industriale ed estera che «riparte – dicono in Alenia – ora sì con efficacia dopo anni di lavoro poco sistematico», ritardi come per gli aiuti della legge 808 dello Stato, o quelli del primo contratto di programma della regione Campania. Diverso per la Puglia dove il rapporto tra industria e governo regionale vive una fase positiva. Lo testimonia Acierno: «Se l'aerospazio pugliese è cresciuto ciò è stato possibile anche grazie alla Regione che ha dimostrato di considerare il settore strategico. Essa è vicina al sistema aerospaziale in termini di efficacia e rapidità nell'attuazione delle politiche di sostegno». Difficile per la Campania, dove manca ancora un piano aeroportuale, nonostante la dispobilità di diverse strutture. Per il Dac c'è bisogno di uno scalo come quello di Capua, a servizio dell'aviazione generale, che oggi è poco più di una pista tra erba incolta, di un aeroporto a servizio della ricerca e dei collaudi e per le attività di manutenzione che non può essere l'affollato Capodichino.

IL RATING DEL SOLE
IL GIUDIZIO
-
Il punteggio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. L'aerospazio di Campania e Puglia vince per internazionalizzazione e capacità di fare rete, ma soffre per l'attrattività dei territori
PUNTI DI FORZA
1

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