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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2012 alle ore 08:17.

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Bergamaschi racconta della mutazione genetica subìta dal distretto, di una sorta di imborghesimento generalizzato che ha messo fuori dal mercato tanti produttori quando, intorno agli anni Ottanta, il distretto ha iniziato ad andare in sofferenza, i costumi degli italiani a cambiare (chi voleva più il salotto come prima cosa una volta comprata la casa?). Una selezione naturale che, tuttavia, non ha mai cancellato la vocazione del distretto a lavorare per altri. Anche lui, dice, lavora per altri. Però ha investito e investirà ancora («Con calma, senza fare troppo il passo più lungo della gamba e senza togliere mai il grembiule da lavoro») nel marchio Dorelan.

I fratelli Conficconi, Alberto e Stefano, a poche spanne di distanza, del resto raccontano una storia simile. La loro è già la seconda generazione, ma il padre Walter è sempre lì, il primo ad arrivare in fabbrica. Faceva il barbiere; poi nel 1972 nasce Cierre Imbottiti, solo 12 addetti: oggi ne ha 120. «Il punto di forza, però, resta l'orgoglio di fare con passione, insieme ai dipendenti, un prodotto ad alto contenuto di manualità. Ma l'azienda – spiega Stefano Conficconi – ha davvero svoltato qualche anno fa, quando abbiamo ricostruito l'azienda all'insegna del Living in leather. Tutto in pelle, anche il comodino del letto. Il che vuol dire essere attentissimi alla materia prima, evitare gli sprechi; abbiamo un sistema di rilevazione al computer dei difetti di ogni singolo pezzo per ottimizzarne l'utilizzo. Con mio fratello abbiamo messo in produzione non solo imbottiti ma anche mobili, lampade e complementi di arredo, tutti in pelle. Certo, il momento è complicato, ma la strada è tracciata: lavoriamo per altri, ma siamo anche concentrati sul nostro marchio».

Perché, inutile negarlo, parte del distretto è entrata in sofferenza e ora, come spiega l'analisi freschissima (20 novembre) targata Intesa Sanpaolo - Cassa dei risparmi di Forlì e della Romagna, «questo distretto a più alta specializzazione nel mobile imbottito insieme alla Murgia e a Pistoia con epicentro a Forlì ma che comprende Castrocaro, Mendola, Predappio, Bertinoro, Forlimpopoli sfiorando Cesena, deve puntare sui nuovi mercati ad alto potenziale: non più solo Francia, ma anche Russia e Cina, più innovazione e brevetti, più collaborazioni con i designer e gli architetti».
Sul campione di 51 imprese esaminate nel distretto con 730 addetti, la metà è fatta ancora da terzisti e da aziende senza un marchio conosciuto. La risorsa umana, nel nono distretto italiano per numero di addetti, resta cruciale. E il morale? Il 41% si dice soddisfatto del contesto in cui opera, il 39 lo è, soddisfatto, solo per il passato, ma il 20% vede nero. Le dimensioni non aiutano: le aziende con meno di 50 addetti sono il 74,6%, le medie imprese appena il 25,4. C'è un'avanzata dell'imprenditoria cinese molto forte, i subfornitori e i terzisti di poltrone e divani quasi raddoppiati rispetto al terzo trimestre dl 2009 (circa il 6 contro il 3,9%). La propensione a esportare è del 33%: più alta della media, ma unidirezionale, tutta verso la Francia, mentre i margini di guadagno si restringono (-1,5% l'ebitda medio nel 2010).

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