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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 19:22.

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«Il turismo deve essere trattato come una questione nazionale». Giorgio Squinzi non ha dubbi sul valore strategico della nostra «industria» turistica a cui bisogna dare al più presto un «carattere di priorità». L'Italia, secondo il presidente di Confindustria, deve «capitalizzare l'enorme patrimonio di cui siamo dotati» conquistando spazi in un mercato che non conosce crisi e che a fine 2012 ha registrato lo storico risultato di un miliardo di turisti nel mondo. Altrimenti, secondo Squinzi, ci troveremo di fronte a «uno spreco inaccettabile che non possiamo proprio permetterci».

Le parole del numero uno degli industriali arrivano praticamente alla fine di una lunga giornata dedicata alla «rinascita competitiva» del settore, organizzata ieri a Roma da Federturismo per celebrare il suo ventesimo anniversario. Un'occasione per fare bilanci, ma anche lanciare proposte concrete - contenute in un lungo e dettagliatissimo libro bianco - capaci di sferzare gli imprenditori colpiti dalla crisi a rialzarsi in piedi e a fare squadra per catturare una ripresa che non deve più sfuggire. Lo scorso anno il nostro Paese - secondo il Centro studi Intesa SanPaolo - ha incassato pesanti segni negativi (-5% di arrivi e -6% di presenze). E anche quest'anno le imprese turistiche italiane dovranno ancora leccarsi le ferite: si stima un -7% in termini di fatturato. L'Italia è il quinto Paese più visitato nel mondo con 47,4 milioni di turisti stranieri (98 milioni se si aggiungono anche gli italiani), mentre il primato assoluto – che era nostro fino agli anni ottanta – è della Francia con 70 milioni di stranieri. Ora, però, con la frenata degli arrivi degli ultimi anni, il nostro Paese rischia di retrocedere addirittura dietro Inghilterra e Germania, che certo non possono contare sulla ricchezza del nostro patrimonio culturale.

Parte da qui, da questi numeri, la chiamata alle armi del presidente di Confindustria, convinto che il turismo sia «una materia prima straordinaria da utilizzare per dare un contributo forte alla crescita del Paese» e che si possa «raddoppiare» il contributo che il turismo dà al Pil (5,4% in via diretta e fino al 10% se si considera l'indotto): «Non è un sogno impossibile - assicura alla platea Squinzi -, ma un obiettivo raggiungibile». Per il presidente degli industriali serve quindi un «progetto industriale» che includa interventi su diverse aree: «Infrastrutture, trasporti, burocrazia, degrado del territorio, beni culturali» perché la svolta può esserci solo se si passa a «politiche industriali e non solo promozionali».

«Serve innanzitutto la revisione del Titolo V della Costituzione - ha osservato il padrone di casa, il presidente di Federturismo, Renzo Iorio, che ha aperto i lavori della giornata - le Regioni ora hanno troppi poteri e manca un progetto nazionale sul turismo». Per questo Federturismo, con un lavoro durato 15 settimane che ha coinvolto 350 imprenditori del settore, ha stilato un libro bianco sull'Italia turistica, che analizza i fattori che frenano la competitività e indica le possibili soluzioni per ridare slancio e crescita al settore e al Paese con ricette ad hoc per ogni territorio: dalla formazione al fisco, dalle reti d'impresa all'impiego del web e dei social network. «Uno strumento forte - aggiunge Iorio - che va usato per pungolare i nostri interlocutori a livello locale».

Tra l'altro molte misure nazionali sono, invece, state già delineate nel piano strategico messo a punto dall'ex ministro del Turismo, Piero Gnudi, che lo licenziò in extremis a pochi giorni dalla fine del Governo Monti. Un piano dal quale «bisogna ripartire», avverte il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci che scommette anche sull'Expo 2015 a Milano: «Deve essere una vetrina importante e un volano per la crescita».

E se Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue con delega all'industria, ricorda come il nuovo programma europeo «Cosme» sulla competitività delle imprese includerà per la prima volta dei fondi dedicati proprio alle imprese del turismo, il presidente dell'Enit (l'Agenzia nazionale per il turismo), Pier Luigi Celli assicura che lavorerà «per fare recuperare una buona reputazione al nostro Paese». Infine per Carlo Stocchetti, Dg di Mediocredito Italiano, Gruppo Intesa Sanpaolo, è cruciale promuovere una logica di "rete" «anche tra imprese di settori diversi» in modo che tutti lavorino in sinergia su «progetti centrati sul territorio, sulla qualità e sulla diversificazione dell'offerta».

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