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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 15:36.

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Scontro tra Agrinsieme e Coldiretti su consorzi agrari e Ue.Coop

LECCE. Botta e risposta a distanza tra Agrinsieme e Coldiretti sui nuovi organi di rappresentanza e progetti del mondo agricolo. Il primo, coordinamento tra le organizzazioni professionali Cia-Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura, e Alleanza delle cooperative agroalimentari (che a sua volta comprende Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare e Agci-Agrital). Teatro dello scontro mediatico, la VII Conferenza economica della Cia che si è conclusa oggi a Lecce, dove il presidente Giuseppe Politi, che è anche coordinatore di Agrinsieme, ha sottolineato che il coordinamento è «nato per unire, per aggregare e non per operare contro qualcuno. È nato per dare forza all'agricoltura, all'intero sistema agroalimentare, per rendere l'impresa agricola protagonista della filiera, dal campo alla tavola, per accrescere sviluppo e competitività, per dare impulso al "made in Italy" nel mondo, per contribuire alla ripresa del Paese».

Una piattaforma di lavoro, quella di Agrinsieme, operativa da quest'anno, che conta 1,2 milioni di associati con 740mila aziende agricole, 5.100 cooperative agroalimentari con 720mila produttori, per un valore di oltre 40 miliardi di euro, pari a oltre il 30% dell'intera filiera agroalimentare nazionale. Nei loro interventi di questa mattina, insieme a Politi, i presidenti di Confagricoltura, Mario Guidi, di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini, di Agci-Agrital, Giampaolo Buonfiglio, e il vicepresidente di Legacoop, Miriano Corsini, hanno dimostrato come Agrinsieme dia «valore a nuove strategie e a progetti di filiere. La filosofia non risponde ad alcuna logica politica, ma si fonda su un impegno totale nei confronti degli imprenditori agricoli, della cooperazione, per la difesa dei redditi e dei valori che racchiude l'impresa». «Al centro della crescita – ha aggiunto il coordinamento - abbiamo messo le imprese e non le nostre organizzazioni sindacali».

Agrinsieme ha messo in particolare all'indice la recente costituzione da parte di Coldiretti di Ue.coop, sesta centrale cooperativa, con oltre 4mila coop socie, presenti in tutte le regioni italiane e in tutti i settori economici e sociali, dall'agroalimentare all'edilizia. Ue.coop, questo l'affondo di Agrinsieme, è «frutto di un atto di presunzione e arroganza, che non serve a dare soluzioni al Paese. Un vero pasticciaccio antistorico che si contrappone all'esigenza di una strada di semplificazione della rappresentanza che tre centrali cooperative solide hanno da tempo cominciato a percorrere».

Alla Conferenza di Lecce è stato quindi ricordato come «Agrinsieme è un progetto che andrà avanti anche rispetto alla tematica dei Consorzi agrari, che sono un patrimonio dell'intera agricoltura e non un oggetto di interessi particolari. Per questo motivo è fondamentale una gestione trasparente e democratica. Valori che si contrappongono, invece, a un progetto che si fonda su logiche organizzative e di potere che contrastano nettamente con quelle dell'agricoltura e delle sue imprese».

«I Consorzi agrari – aveva spiegato ieri il presidente della Cia, Politi nella sua relazione introduttiva alla Conferenza – devono essere un patrimonio di tutta l'agricoltura e non di una parte. Per questo chiediamo un pronunciamento delle forze politiche presenti in parlamento , soprattutto di quelle che, indipendentemente dalle posizioni assunte, molto hanno contribuito alla legge di riforma (n. 99/2009, ndr) e alla successiva concessione ai consorzi della mutualità prevalente». E «in una situazione economica così critica dell'economia e dei bilanci pubblici – aveva aggiunto Politi – non possiamo permettere che centinaia di milioni siano gestiti in modo non trasparente».

Pronta la risposta di Sergio Marini, presidente di Coldiretti (e di Uecoop), attraverso un'agenzia di stampa: «Nei Consorzi agrari ci sono i soci che votano ed eleggono la propria governance. Evidentemente Politi ha poca dimestichezza con le regole della democrazia rappresentativa. Se proprio ha qualcosa da dire si rivolga ai propri soci aderenti ai Cap, sempre che ne trovi qualcuno e che abbia un progetto da raccontargli».

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