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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2013 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 02 luglio 2013 alle ore 10:26.

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La luce in fondo al tunnel è ancora fioca. «Io Saccomanni lo stimo moltissimo, ma in effetti io non la vedo ancora». Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi - nel suo intervento di chiusura del convegno "Più mondo in Italia. Per la crescita delle imprese italiane", organizzato dall'associazione datoriale - commenta le parole del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che ha detto di vedere una luce in fondo al tunnel. «Se confrontiamo la produzione industriale - osserva - è ancora inferiore dell'1,7% su giugno del 2012». Tuttavia «verso la fine dell'anno credo che ricominci la risalita, non per fattori nostri, ma perché è la congiuntura internazionale che sta andando verso il bello». Sulla stessa linea di Squinzi, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che, in un intervento all'assemblea dell'Ania, lancia l'allarme: l'economia italiana è arrivata a «un punto di non ritorno» e deve tornare a crescere.

Il quadro dipinto dal numero uno di Confindustria non collima dunque con quello delineato dal responsabile dell'Economia. «Il primo trimestre - aveva osservato, qualche minuto prima, Fabrizio Saccomanni - era molto brutto, il secondo direi che è un trimestre di passaggio, di stabilizzazione, quindi, da economista penso che possa essere prodromico ad un consolidamento della ripresa, anche alla luce delle misure che sono state prese». Saccomanni aveva anche annunciato la delega fiscale in Parlamento entro fine luglio: bisogna «mettere mano veramente alla legge di delega fiscale - osserva Squinzi -. Il Paese vive una situazione di abuso di diritto fiscale».

L'appello di Squinzi a Letta: da Governo interventi forti o risalita minima
Nel suo intervento conclusivo Squinzi un appello al premier Letta: «Se non facciamo interventi forti rischiamo l'anno prossimo di avere una risalita dello 0,3-0,4% che non risolve i problemi, a partire da quello della disoccupazione». Secondo il presidente di Confindustria, «dobbiamo puntare a una crescita del 2-3%». Dunque «non possiamo rassegnarci al declino, la decrescita felice non esiste. Dobbiamo ritrovare una crescita forte, solo un +2,+3% creerà lavoro».

Napolitano: investimenti dall'estero con meno burocrazia
La ripresa passa (anche) dall'afflusso in Italia di investimenti dall'estero. A sottolinearlo è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Squinzi, in apertura del convegno. Alle istituzioni pubbliche, sottolinea Napolitano, spetta il compito di mettere in campo politiche in grado di attirarli. La soluzione è quella di «rimuovere le inadeguatezze normative ed amministrative che impediscono di acquisire all'Italia così significative potenziali risorse».

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