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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 11:00.
Il settore più attraente per gli investitori stranieri resta quello delle materie prime di cui l'Africa è particolarmente ricca. Lo studio Freshfields rivela che negli ultimi dieci anni sono state concluse 752 operazioni con un controvalore di 33,9 miliardi di dollari nel settore dei metalli e nell'industria mineraria, e 299 operazioni, con un valore di 29,6 miliardi di dollari, nell'industria petrolifera e del gas.
L'affermarsi di una classe media con un reddito disponibile in costante aumento sta però portando alla ribalta i settori inerenti i prodotti di largo consumo, in particolare le telecomunicazioni, le vendite al dettaglio, i prodotti alimentari. Il valore degli investimenti in questi settori è raddoppiato negli ultimi dieci anni arrivando a un totale di 58 miliardi di dollari investiti in 569 operazioni. In forte ascesa anche il settore healthcare: gli investimenti stranieri, che erano stati di soli 11,6 milioni di dollari nel 2004, lo scorso anno hanno raggiunto i 700 milioni.
I Paesi che hanno più investito in Africa nell'ultimo decennio, secondo Freshfields, sono le ex potenze coloniali: la Gran Bretagna al primo posto, con 437 operazioni di M&A per un totale di 30,5 miliardi di dollari, seguita dalla Francia con 141 operazioni per un valore di 30,5 miliardi. La Cina è in terza posizione con 49 operazioni per un totale di 20,8 miliardi di dollari. A seguire l'India e gli Stati Uniti.
Come si colloca l'Italia in questo fervere di attività? Secondo l'analisi di Freshfields nell'ultimo decennio l'Italia ha investito complessivamente circa 5,6 miliardi di dollari in 32 operazioni. La singola operazione più importante portata a termine da una società italiana è stata l'acquisizione dell'egiziana Bank of Alexandria da parte di Intesa Sanpaolo per 1,6 miliardi di dollari nel 2006, che resta l'unico investimento di peso di una banca italiana fuori dall'Europa.
Grazie in parte a questo investimento, l'Egitto è stato la destinazione numero uno per gli investimenti italiani nell'ultimo decennio, seguito da Congo e Angola. Per gli investitori stranieri in generale invece i Paesi più attraenti sono stati il Sudafrica, che ha raccolto 59,1 miliardi nell'ultimo decennio, seguito dall'Egitto con 46,5 miliardi e la Nigeria con 22,2 miliardi di dollari.
L'Africa offre grandi opportunità, ma solo per chi conosce e sa valutare i rischi. Lo ha ricordato nei giorni scorsi il rapporto annuale di Transparency International, che ha piazzato ben nove Paesi africani nella classifica dei dieci Paesi più corrotti al mondo. «La cautela è d'obbligo, ma - spiega Verga - non deve essere un deterrente a investire viste le opportunità di crescita. Bisogna calcolare tempi più lunghi rispetto a quelli in mercati più maturi, prendere in considerazione i rischi gestionali, le difficoltà pratiche, le strutture giuridiche spesso incerte, l'affidabilità dei partner locali. E poi entrare, indossando però gli stivali da pesca alta».
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