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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 15:57.

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L'Expo di Milano senza il metrò 4

MILANO - Il programma della metro 4 di Milano si potrebbe ridurre ulteriormente, fermandosi al minimo indispensabile per il 2015: una sola fermata, da Linate a Forlanini, da dove poi i viaggiatori potranno prendere il passante ferroviario.
A questo obiettivo basilare punterebbero ormai sia il Comune di Milano, azionista di controllo della società M4, sia le imprese di costruzioni che partecipano al progetto. Non si rinuncia totalmente all'idea di arrivare anche alla seconda fermata di piazza Dateo, ma per l'Expo gli sforzi - finanziari e materiali - sono fondamentalmente concentrati sulla metro 5, che arriverà puntuale all'appuntamento del 2015 e che rappresenta uno snodo fondamentale per arrivare dal centro urbano al sito espositivo tra Milano e Rho. Il resto può attendere. «L'importante - spiega l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza - è garantire l'arrivo dei finanziamenti pubblici che renderanno possibile la costruzione della linea 4 nei prossimi anni. L'opera è strategica più per la città che per l'Expo».

Basta una semplice cartina per capire che in effetti la metro 4 non ha a che vedere direttamente con l'Expo del 2015: partendo dall'aeroporto di Linate, la linea arriverà nel quartiere di Lorenteggio, percorrendo quindi la parte Sud di Milano, da Est ad Ovest. Nel quartiere Forlanini, subito dopo Linate, intercetterà il passante ferroviario che attraversa la città a Nord. Sarà quindi necessario costruire la stazione per permettere lo scambio dei mezzi di trasporto. Per il resto pazienza, si dice già a Palazzo Marino. L'obiettivo è realizzare le circa 20 fermate complessive per il 2018.

Vero è, però, che la metro 4 è stata inserita dentro il dossier di candidatura di Milano per l'Expo, ed è stata utilizzata fino a soli due anni fa come argomento di campagna elettorale dall'ex sindaco di Milano Letizia Moratti. Ora però l'amministrazione comunale si rende conto che i ritardi difficilmente sono recuperabili e che quindi ci si dovrà accontentare.

In più negli ultimi mesi si è aggiunto un nuovo problema, quello dei costi aggiuntivi del progetto definitivo rispetto a quello preliminare, per ulteriori 172 milioni. La questione è stata superata grazie all'intervento del Cipe, che ha stabilità che gli extracosti verranno comunque garantiti dallo Stato. È attesa una decisione definitiva da parte del Consiglio dei ministri per il 28 di agosto.

L'opera, del valore di circa 1,9 miliardi, ha ora un piano finanziario abbastanza solido, grazie soprattutto all'intervento dello Stato, che garantisce 480 milioni per l'avvio dei lavori, in quanto opera inserita nel dossier Expo. Proprio per questo il Comune manterrà l'impegno di avviare i cantieri a fine anno, quando arriveranno due talpe per scavare il tunnel sotterraneo. Già questa prima fase di cantierizzazione metterà al sicuro le risorse pubbliche previste. Ma evidentemente per Palazzo Marino il primo impegno è il completamento della linea 5.

La metro 5 intanto ha già aperto il primo tratto, da Bignami a Garibaldi, mentre il secondo tratto, da Garibaldi a San Siro, sarà pronto con 5 fermate nel giugno 2015, all'apertura di Expo. Entro ottobre 2015 verranno inoltre completati i collaudi di tutte le fermate del secondo tratto, che saranno in tutto nove. Il valore complessivo dell'infrastrutture è circa 2 miliardi.

L'elenco delle grandi opere di Milano per l'Expo si è accorciato negli anni. Dalla lista delle metropolitane era già stata cancellata la linea 6, che avrebbe dovuto attraversare la città da Nord a Sud, e ora neppure se ne parla più. Della metro 4 se ne riparlerà invece nel 2018, assicura l'amministrazione. La metro 5 invece arriverà appena in tempo.

Intanto la città dovrà pensare anche alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e del decoro urbano. Nel piano di investimenti sono previsti oltre 900 milioni per i prossimi 3 anni. «Sono le maglie così rigide del patto di stabilità a crearci problemi, chiediamo una deroga per il 2014 proprio per preparare la città all'Expo», dice Rozza. Sono in corso per questo trattative col governo Letta, ma certezze non ce ne sono.

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