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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 16:48.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 17:42.

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Mafia spa in pieno sviluppo: il giro d'affari della criminalità raggiunge nell'agroalimentare 14 miliardi, +12% rispetto a due anni fa. Sono i risultati del rapporto sulle "Agromafie" elaborato da Eurispes e Coldiretti e presentato al 13° Forum sull'alimentazione a Cernobbio.

Secondo la Direzione Investigativa di Roma ben il 15% del fatturato realizzato dalle attività agricole appartiene all'illecito, pari al 15%, mentre l'Osservatorio Flai Cgil contro le agromafie e il caporalato denuncia come su 1.558 aziende confiscate alle mafie oltre 90 siano attive in ambito agricolo; dei 10.563 beni confiscati, ben 2.500 sono terreni con destinazione agricola.

Impressionanti i dati sull'interramento di rifiuti tossici: si stima che gli ettari contaminati siano 724mila, cioè un'estensione pari a quella del Friuli Venezia Giulia. Coinvolta, in particolare, la Campania (la terra dei fuochi) con circa il 18% del territorio regionale interessato. Ma, a sorpresa, sono interessate anche con il 7% il Lazio e con il 6,5% la Sardegna. Il Piemonte paga "solo" il 4% del territorio.

Dolente anche il capitolo della contraffazione dei prodotti alimentari made in Italy: ci costa 300mila posti di lavoro, «con un incremento record del 170% del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, per garantire la sicurezza alimentare». Un danno enorme che si potrebbe ridurre con un'azione di contrasto a livello nazionale e internazionale.

A preoccupare è soprattutto il fatto che «su 28.528 controlli in ben 9.877 casi sono state individuate non conformità, in altre parole in quasi un caso su tre». In tutto ciò, l'attività dei Nas nei primi nove mesi del 2013 ha portato all'arresto di ben 24 persone mentre 1.389 Sono state segnalate all'autorità giudiziaria e 8.300 A quella amministrativa

L'agricoltura e l'alimentare sono considerate aree prioritarie di investimento dalle agromafie: controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, del caffè, dello zucchero, dell'acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e della verdura ie", sui crimini agroalimentari.

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