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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2013 alle ore 12:11.
L'ultima modifica è del 24 ottobre 2013 alle ore 14:17.

Se ce la faremo otterremo un non meno importante risultato collaterale: la dipendenza energetica dell'Italia dall'import potrà essere dimezzata. Non è un sogno irrealizzabile. «Gli scenari elaborati dall'Enea rivelano che il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050 per l'Italia tecnicamente ed economicamente fattibile» esorta Giovanni Lelli, il commissario dell'ente che ha il suo rinnovato mandato istituzionale proprio nella promozione delle nuopve tecnologie energetiche e dello sviluppo sostenibile.
Certo, per raggiungere l'obiettivo – insiste Lelli – dovremo impegnarci molto. Perché «le politiche implementate ad oggi non sono comunque in grado di garantire il processo di dei carbonizzazione necessario» incalza il rapporto. Ed ecco la combinazione irrinunciabile delle cose (tutte, nessuna esclusa, pena il fallimento) da fare.

Cattive, e buone, azioni
I trasporti, ad esempio, hanno un ruolo chiave. La penetrazione delle auto elettriche e l'uso dei combustibili alternativi eco-sostenibili potrebbe contribuire a coprire più di un quarto della riduzione delle emissioni al 2050. Per il settore industriale l'aumento complessivo dell'elettrificazione di molti processi ricorrendo alla cattura e allo stoccaggio dell'anidride carbonica potrebbe coprire quasi un quinto dell'obiettivo. E il ricorso a tutte le misure tecnicamente possibili per incrementare l'efficienza energetica potrebbe consentire teoricamente un taglio dei consumi globali addirittura vicino al 40%, azzarda l'Enea.

Promossi gli incentivi fiscali per l'efficienza energetica
Errori, su questa strada, ne abbiamo fatti. Le inadempienze non mancano. Ma qualche cosa di buono lo possiamo esibire, sottolinea l'Enea riferendosi proprio agli incentivi fiscali per l'efficienza energetica delle abitazioni, largamente dedicati alle famiglie. Strumento ottimo e, in prospettiva, persino redditizio per le casse dello Stato, considerando la combinazione tra le entrate garantite dall'incremento dello sviluppo dei settori economici interessati. L'effetto espansivo attribuibile al movimento di denaro generato dalle sole famiglie per queste iniziative determina - valuta l'Enea nel suo studio - un incremento medio annuo dei redditi di lavoro e dei profitti per 1,14 miliardi di euro corrispondente a un decimo di punto di Pil, un incremento della produzione del settore per 2,5 miliardi di euro, un incremento medio annuo dell'occupazione per oltre 20.000 unità, e quasi 160 milioni di euro di maggiori entrate pubbliche, che da sole compenserebbero in parte i finanziamenti pubblici relativi alle detrazioni fiscali. Che però troverebbero una compensazione praticamente integrale dall'impulso sull'economia garantito (come indicano tutti i più recenti studi di settore) da queste misure e dal loro effetto volano.

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