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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 17:33.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 19:46.

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Maurizio Lupi (Imagoeconomica)Maurizio Lupi (Imagoeconomica)

Il ministro Maurizio Lupi, «a fronte della manifestazione di interessi per la gestione dell'aeroporto di Forlì da parte di soggetti privati, si è impegnato a verificarla eventualmente tramite procedura di evidenza pubblica». È di poche righe la nota che il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha diramato oggi riaccendendo le speranze per lo scalo romagnolo, chiuso a metà anno dopo la gestione fallimentare di Seaf, la società di gestione della pista forlivese chiusa nella primavera 2012 e costata alla collettività oltre 20 milioni di euro solo negli ultimi tre anni.

Il ministro Lupi ha incontrato oggi a Roma l'assessore regionale ai Trasporti Alfredo Peri, il presidente della provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi e il sindaco di Forlì, Roberto Balzani. «Il ministro è stato categorico, qualsiasi soluzione passerà da una gara europea», commenta Peri, ricordando che Forlì, come Parma, appartiene all'elenco degli aeroporti cancellati dal piano nazionale di Passera e che il suo destino non potrà prescindere da una logica gestionale di rete regionale.

Soddisfatto il sindaco Balzani, che per due volte, l'anno scorso, aveva assistito impotente a due aste deserte per riassegnare la concessione totale (allora però gravata da un fee di ingresso di 5,7 milioni, mentre ora l'operazione è a costo zero per l'investitore) arrivando perciò a liquidare la società aeroportuale (di cui il Comune controllava il 48% delle quote). «Quello di Forlì è uno scalo ristrutturato e con le carte giuste per essere base tecnologica e accademica dell'aeronautica militare italiana», ricordava il primo cittadino un anno fa passando le funzioni all'Enac. Ed è invece l'Enav che negli ultimi mesi ha intessuto il piano di rilancio dello scalo Ridolfi, che oggi – di fatto – ha incassato il via libera ministeriale sub condicione.

Si riapre una finestra per Forlì e si spera se ne spalanchi un'altra, giovedì, anche per Rimini. Il tribunale ha infatti rinviato al 21 novembre – per errori formali nella convocazione - l'udienza che già c'è stata il 24 ottobre scorso, concedendo di fatto un altro mese di tempo a Aeradria per recuperare i 3 milioni che mancano all'appello per l'approvazione del piano di concordato e il rilancio del Fellini. Una seconda vita all'insegna di banche e privati – capofila Carim – che si avviano a prendere il posto delle amministrazioni locali, attraverso la cancellazione di 22,6 milioni di debiti della società e la conversione del debito in azioni per altri 18 milioni di euro. Intanto, al tribunale di Rimini, vanno avanti gli interrogatori nell'inchiesta a carico degli ex amministratori di Aeradria per falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito

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