Dopo 22 mesi i ricavi dell'industria tornano a crescere. Balzo dell'export, si risveglia la domanda interna

Il mercato interno si risveglia e consente al fatturato industriale di ritrovare il segno più dopo 22 mesi consecutivi in rosso. A novembre, tenendo conto della giornata lavorativa in meno rispetto allo stesso mese del 2012, i ricavi dell'industria crescono dello 0,4% grazie alla spinta di quasi cinque punti per il fatturato legato all'export. I mercati esteri si confermano dunque come la vera ancora di salvezza dell'industria, ma questo accade ormai da molti mesi.

La vera novità è nella ripresa nazionale, dove il calo dell'1,8%, pur rappresentando ancora una volta un arretramento, è tuttavia il miglior risultato da dicembre 2011. Un risveglio corroborato anche dai dati sugli ordini, in crescita del 5,5% nel mercato interno a novembre, ben oltre il magro -0,5% delle commesse oltreconfine.

La crescita tendenziale dello 0,4% per i ricavi è tuttavia da rivalutare ulteriormente tenendo conto del crollo dei listini dell'energia. Escludendo questa componente dal calcolo (-16% su base annua), i ricavi della parte manifatturiera in senso stretto crescono del 2,1%, con il segno più che caratterizza tutte le tipologie di prodotto: beni di consumo durevoli e non, prodotti intermedi, beni strumentali.

Dal punto di vista settoriale buone performance di farmaceutica, elettronica e macchinari, comparto quest'ultimo in crescita di oltre quattro punti sia nei ricavi che nelle commesse.
Il bilancio dall'inizio dell'anno per i ricavi dell'industria resdta negativo di quattro punti, affondato dal -6,6% per la domanda nazionale, più che sufficiente per vanificare la crescita dell'1,2% oltreconfine. Dati medi degli 11 mesi che a novembre migliorano in tutte le componenti, dove anche su base congiunturale il segno è positivo, sia nel fatturato che negli ordini.

Qualche raggio di luce, insomma, che rafforza la convinzione di aver superato la fase più critica della crisi, con una mini-ripresa che vanificare ora sarebbe criminale. Traduzione: un governo ci serve, nuove elezioni adesso proprio no.

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