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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2014 alle ore 17:16.
L'ultima modifica è del 23 maggio 2014 alle ore 10:51.

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L'avvocato della difesa Claudio Novaro (Ansa)L'avvocato della difesa Claudio Novaro (Ansa)

È stato aggiornato al prossimo 6 giugno il processo, che si è aperto questa mattina al carcere delle Vallette di Torino, a carico di 4 giovani attivisti no Tav, accusati di terrorismo. Per quella data, la Corte di Assise scioglierà la riserva sulle numerose eccezioni sollevate oggi dagli avvocati difensori, che si sono opposti alla richiesta di Palazzo Chigi, di Ltf (la società che realizza l'opera di sondaggio) e del Sap (il sindacato di polizia) di costituirsi parte civile.

Al centro del dibattito c'è il grave assalto avvenuto il 14 maggio 2013 contro il cantiere del cunicolo esplorativo di Chiomonte, infrastruttura necessaria a sondare i terreni dove sarà scavato il tunnel di base della Torino-Lione.

Questa mattina, la prima udienza si è aperta con un coro di sostegno e di applausi all'ingresso in aula di tre dei quattro imputati (Mattia Zanotti, Nicolò Blasi e Claudio Alberto), incoraggiati a resistere dagli attivisti no tav (in tutto una cinquantina) ammessi ad assistere in aula. La quarta imputata, Chiara Zenobi, è arrivata in un secondo momento. Fuori dalle Vallette, un gruppo di circa trecento rappresentanti del Movimento no Tav, fra cui anche alcuni francesi, ha manifestato la propria solidarietà agli arrestati, con bandiere e striscioni che inneggiano alla «libertà per Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò».

Ai banchi dell'accusa, c'erano i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo (quest'ultimo duramente cotestato al termine dell'udienza, con pesanti insulti). Accanto a loro c'era anche il procuratore aggiunto Andrea Beconi. La corte è stata presieduta dal giudice Pietro Capello. Gli imputati non hanno acconsentito a essere ripresi, così come i giudici popolari.

«È vergognoso che lo Stato si schieri contro la popolazione, contro chi si batte per una causa giusta e sacrosanta, il No ad un'opera inutile e dannosa», ha affermato Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, alla notizia che la presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto di costituirsi parte civile.

In mattinata, scritte a firma no tav contro l'ex procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, sono state rinvenute (eseguite probabilmente nella notte) su alcuni palazzi di Pinerolo e davanti al Teatro Sociale, dove questa sera Caselli è atteso sul palco per lo spettacolo "Processo a J.F. Kennedy". Sempre a Pinerolo è prevista, in serata, anche una fiaccolata di protesta per richiedere la liberazione dei quattro attivisti.

Il processo ha preso il via anche se sull'accusa di terrorismo deve ancora pronunciarsi il tribunale del Riesame, dopo che la scora settimana la Cassazione - a cui le difese avevano fatto ricorso - ha disposto il trasferimento degli atti.

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