A faccia in giù, appena lambito dall'acqua, le braccia abbandonate, immobile nella morte. Il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum, paradiso turistico della Turchia, ha ancora la maglietta rossa e i pantaloncini scuri, le scarpe allacciate. E la foto di quel corpicino composto, delicato, ha fatto il giro del web, è stata rilanciata all'infinito su Twitter, simbolo della tragedia dei migranti e della decisione dei media di guardarla in faccia, questa tragedia. Senza sensazionalismo, ma anche senza ipocrisia.
L'agente turco ha il volto tirato mentre solleva con attenzione quel bimbo di due anni per portarlo via dal mare, troppo tardi per metterlo al sicuro ma ancora in tempo per un gesto silenzioso di pietà. Immagini dure, che il quotidiano britannico 'The Independent' ha pubblicato per primo.«Se queste immagini non riescono a cambiare l'atteggiamento dell'Europa verso i rifugiati, cosa potrà farlo?». Con questo titolo, il sito dell'Independent accompagna la pubblicazione delle foto che stanno scuotendo le coscienze di molti.
Si ritiene che il bambino sia uno degli almeno 12 profughi siriani annegati mentre tentavano di raggiungere a bordo di due imbarcazioni l'isola greca di Kos. Le foto, diffuse da un'agenzia di stampa turca, sono state pubblicate sui siti di tutto il mondo. L'Independent ha deciso di pubblicare anche gli scatti più drammatici, spiegando che al di là dell'allarme generalizzato sulla crisi in corso, «è troppo facile dimenticare la realtà della situazione disperata di molti profughi». La Guardia costiera turca ha riferito che il gruppo di migranti del quale faceva parte il bambino era salpato dalla penisola di Bodrum per raggiungere Kos, ma le imbarcazioni sulle quali si trovavano sono affondate poco dopo la partenza. Finora sono stati recuperati 12 corpi, tra cui quelli di cinque bambini. Si ritiene che almeno una quindicina di migranti siano riusciti a salvarsi, alcuni grazie ai salvagente di cui disponevano.
L’Indipendent lo chiede agli inglesi terrorizzati dall'ondata di migranti nel tunnel della Manica e agli ungheresi che costruiscono muri, agli austriaci scioccati dai morti asfissiati nel camion, a tutti i Ventotto che non sanno dare risposte alle centinaia di migliaia di disperati in fuga dal caos al di là del Mediterraneo. Lo ricorda al premier David Cameron, intransigente paladino della chiusura a ogni aiuto. Cameron che oggi ribadisce il `no´ della Gran Bretagna ad accogliere altri migranti in arrivo dal Medio Oriente e dal Nordafrica. «Abbiamo preso molti richiedenti asilo veri dai campi profughi siriani - ha detto il premier britannico, parlando con alcune televisioni - Ma pensiamo che la cosa più importante sia cercare di portare la pace e la stabilità a quella parte del mondo».
El Pais a proposito della foto del bimbo parla di “simbolo del dramma nell'Egeo”. “Immagini scioccanti” della “tragica epopea dei rifugiati”, scrive The Guardian. Il Mail online sceglie di sgranare l'immagine. Per l'Huffington Post Gb questa è “la guerra siriana in una foto”. The Telegraph titola :”L'immagine del bambino siriano morto cattura la tragedia umana della crisi dei migranti”. Perfino Twitter cambia linguaggio, e c'è chi scrive “preghiamo per la sua anima innocente. Ogni giorno siamo impotenti di fronte a questo”.
Ieri un'altra foto aveva fatto il giro del mondo. Quella di una turista greca a bordo di una barca che stringeva a sé un profugo siriano salvato dopo 13 ore di mare non lontano da Kos. Il piccolo di oggi non è stato cosi fortunato. E' uno degli 11 migranti siriani annegati mentre tentavano di raggiungere, a bordo di due imbarcazioni, l'isola greca di Kos, la porta più vicina dell'Europa e di una speranza inseguita a qualunque costo. Erano partiti da Akyarlar, poco lontano da Bodrum, e a soli cinque chilometri di mare da Kos. Troppi per la salvezza.
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