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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 11:25.
«Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme». A dirlo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti durante il primo incontro a Palazzo Chigi, con gli Enti locali e le Regioni, che apre il confronto formale sulla manovra che proseguirà con le parti sociali. Fra le novità illustrate tutti i dipendenti pubblici avranno il congelamento triennale generale delle retribuzioni.
Con la manovra «non saranno aumentate le tasse», ha ribadito più volte nel corso dell'incontro il ministro dell'Economia, aggiungendo che occorre «ridurre la spesa». La manovra da 24 miliardi che il governo si appresta a varare «segue un criterio orientato prevalentemente sui tagli alle spese e su interventi marginali sulle imposte con un contrasto effettivo e non retorico dell'evasione fiscale».
La correzione dei conti prevista nella manovra é pari a «12 miliardi strutturali il primo anno a cui si aggiungeranno ulteriori 12 miliardi nel secondo anno».
In arrivo una stretta sulle pensioni di invalidità, cresciute in pochi anni da 6 a 16 miliardi. Il governo con la manovra, ha detto il ministro dell'Economia, intende tornare ai criteri rigorosi del 1988.
Il sistema pensionistico italiano, a regime, «è il più solido d'Europa». E, dopo aver premesso che il nostro Continente «produce più debito che ricchezza», avrebbe ribadito che ci sarà per tutti i dipendenti pubblici «un congelamento generale triennale». Il sistema previdenziale nel nostro paese, ha detto Tremonti, è «in equilibrio» ed «è legato alle aspettative di vita».
Attenti ai conti pubblici, altrimenti l'Europa potrebbe ridurre e azzerare i contributi. Tremonti ha ricordato alle regioni i rischi che potrebbero derivare all'aggiornamento del patto di stabilità, rischi che potrebbero impattare proprio sulle regioni che dei contributi europei sono spesso beneficiari. Il patto di stabilità - ha spiegato il ministro durante l'incontro sulla manovra con gli enti territoriali - verrà modificato e reso più rigido. Si sta andando verso un processo di ridefinizione del calcolo dei contributi europei che possono essere ridotti a chi sarà in deficit eccessivo. In pratica il Paese che è in deficit eccessivo non riceverà i contributi e poichè siamo il terzo Paese a ricevere questi interventi dovremo essere molto attenti e intervenire in anticipo. Impatto pesante della manovra sulle regioni, che dovranno accollarsi ben un terzo dei costi tra tagli e patto di stabilità.