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Norme e Tributi Fisco

Berlusconi: «Nella manovra nessun accenno alle province»

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2010 alle ore 19:45.

«Nel decreto non c'è nessun accenno alle province». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha risposto così, a margine dei lavori dell'Ocse in corso a Parigi, a chi gli ha chiesto della soppressione delle piccole province nel quadro della manovra correttiva.

Ieri la presentazione della manovra, la cronaca
«La migliore ricetta contro la speculazione è la riduzione della spesa pubblica e dell'intervento dello Stato nell'economia». Inizia così la conferenza stampa a palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi, che insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha illustrato il contenuto della manovra da 24 miliardi varata ieri dal Consiglio dei ministri con un decreto legge. Si tratta, ha detto il Cavaliere, di «provvedimenti equilibrati e inevitabili: equilibrati perché si chiede di più a chi ha evaso di più; inevitabili perché l'Italia, al pari di altri paesi della vecchia Europa, sta vivendo al di sopra delle proprie risorse».

Berlusconi ha sottolineato che «la crisi è stata provocata dalla speculazione», si tratta di «una situazione senza precedenti» e ha aggiunto che «il costo dello Stato non è più sostenibile». La manovra varata dal Governo contiene «sacrifici indispensabili, ma necessari per difendere la nostra moneta». Solo difendendo l'euro «si difendono i salari e le pensioni degli italiani, le imprese e i risparmi delle famiglie».

Quello della manovra è un testo molto complesso, fatto di 54 articoli divisi su tre capi e, che viene presentato in due parti: una relativa alla competitività economica e una sulla sostenibilità finanziaria. «Non c'erano alternative per i tempi e per i numeri», ha detto il numero uno dell'Economia Giulio Tremonti: si tratta di «un intervento giusto come numeri, tempestivamente come numeri, ed efficace per il bene comune che è contenuto nel bilancio pubblico». La manovra comporta una correzione dei conti pubblici di 12 miliardi per il 2011 e di 24,9 miliardi a regime, ha detto il ministro dell'Economia precisando che é comunque «difficile fare la quadra oggi» sull'effettivo impatto della manovra alla luce della difficoltà di fare previsioni sull'evoluzione dell'economia a così lungo termine.

È stata illustrata la misura di detassazione e di decontribuzione dei salari legati alla produttività.«Collegare gli incrementi dei salari alla produttività è di interesse pubblico. Vogliamo dare un premio fiscale e contributivo perchè se c'è un problema del nostro paese è quello della produttività».

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Il ministro ha anche confermato che i nuovi insediamenti produttivi nel Mezzogiorno non pagheranno l'Irap e ha annunciato che la fiscalità di vantaggio per il Sud «non é un regime differenziale ma un anticipo di ciò che ci sarà anche al Nord: la cancellazione dell'Irap «per i nuovi insediamenti produttivi». Confermato, poi, il taglio del 10% alle spese ai ministeri e alla pubblica amministrazione, la lotta ai falsi invalidi, visto che le pensioni d'invalidità e le loro assegnazioni «nascondono una realtà che è degenerata perchè si è pasasti da una spesa di 6 miliardi nel 2001-2002 a 16 miliardi attuali. Il costo delle pensioni è così salito di un punto di Pil». Con la manovra sono stati anche cancellati 27 enti pubblici e «altri saranno aggiunti» a questo elenco.

Tremonti ha annunciato la creazione di zone a burocrazia zero: «si tratta di aree identificate nelle regioni, immaginiamo a partire dal Mezzogiorno, dove ci sarà un responsabile del governo responsabile per tutta la burocrazia e dove ci sarà uno sportello unico«.

Non è più sostenibile, ha poi spiegato Tremonti, la formula dello stato sociale che ha accompagnato i cittadini europei «dalla culla alla tomba». Occorre un ripensamento di questo modello, visto che l'Europa è un contimente «dove ci sono poche culle e poche tombe». La manovra non tocca la sanità e i ticket, ha detto il ministro.

La modifica introdotta dalla manovra per andare in pensione con una finestra unica a scorrimento sia per le pensioni di anzianità sia di vecchiaia è «strutturale», ha spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «A regime - ha detto - la finestra unica è strutturale. Sento dire che non è strutturale. Non è strutturale è strutturalissima perchè riguarda tutti». Parlando poi della riforma approvata dal governo che ancora l'età pensionistica alle aspettative di vita, Tremonti ha detto che con questa modifica «il nostro sistema è il più stabile d'Europa. A partire dal 2020 poi si porrà il problema se intervenire verso i giovani o verso gli anziani ma non è il tempo di un decreto. È un problema che si pone nel tempo».

Con la manovra è stato avviato «un forte contrasto all'evasione fiscale», ha detto il premier, ricordando che le risorse sottratte all'Erario ammontano a circa 120 miliardi l'anno. «Nel Sud ci sono percentuali inaccettabili» di evasione, ha detto il Cavaliere citando «ad esempio «l'85% in Calabria e il 63% in Sicilia». Quindi i controlli inseriti dalla manovra sono «il primo rimedio al malcostume». Con il federalismo fiscale il governo conta di porre rimedio alla diserzione fiscale, grazie a un maggiore coinvolgimento dei Comuni nell'accertamento dei redditi evasi. «Il contribuente ci penserà così due volte prima di fare una dichiarazione a un Comune dove tutti conoscono la sua qualità di vita». Tremonti e Berlusocni hanno anche confernato che la manovra abbassa il tetto per la tracciabilità nell'uso del contante da 12.500 a 5mila euro.

Berlusconi ha voluto sottolineare che non c'è stato scontro nel Governo sulla manovra e men che meno con Tremonti, come invece era stato riportato dai media. «Non c'è mai stato un momento in cui la dialettica, che è logico che ci sia, sia salita di tono», ha detto il premier.

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