Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 18:43.
Sulla norma transitoria che impone le nuove regole sulle intercettazioni per tutti i procedimenti in corso e sulla durata delle intercettazioni stesse, il cui limite massimo è
fissato in 75 giorni, la commissione Giustizia del Senato prende tempo fino a martedì. Dopo il serrato scontro di ieri fra il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il presidente del Senato, il ministro Alfano si è riunito con i senatori del Pdl. Verdetto: no a modifiche sui 75 giorni. «Il termine previsto dal ddl sulla durata massima delle intercettazioni - ha commentato il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli (Pdl) - non si tocca. Settantacinque giorni sono più che sufficienti».
Oggi in commissione sono stati approvati 9 degli 11 emendamenti di maggioranza. Mancano la norma transitoria che applica le nuove norme anche alle inchieste in corso e la contestata disposizione che riguarda la violenza sui minori, che esclude l'arresto obbligatorio in flagranza di reato per atti di violenza sui minori per tutti quei pedofili che non consumano fino in fondo l'atto sessuale. «Stiamo ragionando. Ci siamo messi al lavoro per capire il da farsi», spiega il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, riferendosi a questi due emendamenti.
Secondo il presidente della commissione, Filippo Berselli (Pdl) «qualche aggiustamento verrà fatto». Il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, però, non è d'accordo: «Allo stato attuale non ci sono cambiamenti. Se poi nel Pdl si vogliono avanzare nuove proposte, si riuniranno gli organi di partito competenti».
La commissione Giustizia del Senato stamattina non ha potuto esaminare il limite dei 75 giorni perchè il presidente del Senato Renato Schifani ha disposto il rinvio in commissione solo per gli emendamenti di Pdl e Lega. E il limite dei 75 giorni non è oggetto di un emendamento della maggioranza.
Intanto Fini ha incontrato la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, i deputati Italo Bocchino, Flavia Perina, Fabio Granata e Andrea Augello, visto che il testo comunque passerà in terza lettura alla Camera.I finiani hanno ribadito le richieste avanzate ieri dalla terza carica dello Stato.
«Ci metteremo di traverso in tutti i modi possibili. È una cosa vergognosa», commenta il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «L'approvazione in commissione da parte della maggioranza della norma che consente la pubblicazione per riassunto degli atti d'indagine non elimina la gravità dell'attacco alla libertà di stampa», ha detto Giovanni Legnini (Pd), relatore di minoranza del provvedimento sulle intercettazioni. «Sulle intercettazioni é abbastanza evidente che all'interno della maggioranza é prevalsa la linea del tirare dritto», ha commentato Silvana Mura, deputata dell'Idv.