La scelta dell'università

Norme e Tributi In primo piano

Duello con la burocrazia per far riconoscere i titoli

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 10:12.

Ai cervelli che fuggono la parola "equipollenza" suonerà familiare. La mobilità verso l'estero di studenti e professionisti è sempre più comune e questa parola diventa cruciale per vedersi riconoscere il titolo di studio in terra straniera.

La laurea conseguita in Italia, infatti, deve essere ritenuta equipollente a quella del paese di destinazione, quindi di uguale valore ed efficacia. E non sempre questo avviene automaticamente, anzi.

Trovare un posto di lavoro all'estero è ormai un'opportunità concreta per molti, ma la normativa e gli accordi bilaterali non sempre sono al passo con i tempi. Ogni paese fa storia a sé: specifiche convenzioni internazionali tra i governi stabiliscono le modalità.
La procedura di riconoscimento comporta una sintetica valutazione del titolo straniero e può essere avviata per scopi accademici (per la prosecuzione degli studi) o professionali (per l'accesso alle professioni che richiedono il possesso di determinati titoli).

Nel primo caso, gli interessati devono presentare la domanda direttamente all'università prescelta (ciascun ateneo definisce modalità e termini) e le autorità accademiche potranno riconoscere il titolo del tutto o solo parzialmente. In quest'ultimo caso, magari, bisognerà sostenere un numero di esami integrativi ed eventualmente la tesi.
Chi va all'estero per motivi di lavoro, invece, deve prima di tutto informarsi su come viene disciplinata la sua professione nel paese di destinazione. Ad esempio, per fare l'ingegnere in Inghilterra non è prevista alcuna regolamentazione specifica: semmai molte società chiedono, come segno concreto della volontà di lavorare all'estero per un po' di anni, che il candidato sia iscritto a una associazione di categoria locale.

Per il resto, è comunque meglio farsi rilasciare dall'ateneo di provenienza il «diploma supplement»: un fascicoletto, da tradurre in lingua inglese, che riporta secondo un modello internazionale tutte le informazioni dettagliate (certificato di laurea, ciclo di studio, crediti, voti, tesi, eccetera). Gli atenei sono obbligati a fornirlo gratuitamente su richiesta.

Per entrare in contatto con le sedi diplomatiche italiane all'estero e appoggiarsi a loro durante la procedura di riconoscimento, l'ente di riferimento è il ministero degli Esteri. Per tutto il resto, la naturale sede cui rivolgersi è il Cimea (centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche): è il centro italiano della rete Naric (National academic recognition information centres) che nel mondo si occupa delle questioni legate al riconoscimento dei titoli.

Tags Correlati: Libere professioni | Ministero degli affari Esteri | Naric |