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Materie classiche sì, ma con integrazioni

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:28.

Il diritto italiano non basta più. Per chi sceglie di iscriversi a giurisprudenza i corsi di laurea propongono percorsi internazionali, dove, accanto agli esami tradizionali, necessari per intraprendere la carriera in magistratura o lavorare nell'ufficio legale di un'azienda, si imparano le normative europee.

Ma c'è chi va oltre: «Puntiamo soprattutto sul diritto comparato con gli altri diritti europei – spiega Luca Nogler, preside di facoltà dell'Università di Trento –, offrendo molti corsi complementari in lingua inglese e tedesca e corsi di diritto cinese, islamico e dei paesi africani». Una preparazione di ampio respiro che trova sbocchi occupazionali soprattutto nelle aziende di import-export, in particolare con la Cina.

Per mettere insieme competenze giuridiche ed economiche l'Università Cattolica di Piacenza ha creato un nuovo corso interfacoltà: diritto ed economia delle banche e dei mercati finanziari: «È un percorso molto impegnativo, ma che permette di avere una preparazione completa come richiesto dalle aziende – spiega il preside Romeo Astorri –, potendo inoltre continuare con una formazione economica o giuridica se si proseguono gli studi con una laurea magistrale».

Non si deve dimenticare però la vocazione della facoltà di giurisprudenza, ovvero la formazione di esperti di diritto che, molto spesso, intraprendono la carriera forense. «Abbiamo rifiutato sin dall'inizio la moltiplicazione dei corsi e contiamo su due laurea magistrali e due triennali in servizi giuridici – spiega Giovanni Garofano, preside di facoltà dell'Università di Bari –, si tratta di corsi tradizionali, aperti a tutti gli sbocchi professionali: la polivalenza del titolo di studio deve essere vista come un vantaggio». Anche l'Università di Milano propone percorsi "tradizionali", arricchiti tuttavia da una dimensione internazionale con lezioni in lingua inglese per i corsi di diritto del lavoro europeo, diritti umani e sul diritto della proprietà intellettuale.

E se si crede che gli studi giuridici si traducano nell'imparare a memoria gli immensi volumi di diritto pubblico o privato, ci si sbaglia: «Abbiamo introdotto un sistema di insegnamento innovativo – spiega Barbara Randazzo, docente di diritto pubblico dell'Università di Milano –: oltre alle lezioni frontali vengono fatti corsi seminariali con la discussione di casi giurisprudenziali e una vera e propria simulazione del processo, dove a ognuno viene affidata una parte».

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