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Le materie classiche al riparo dalle sforbiciate

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:26.

Più spazio alla tradizione, meno alla fantasia. La razionalizzazione dei corsi ha portato le università italiane a tagliare o accorpare i corsi fioriti con la riforma del 3+2 all'insegna di un ritorno al "classico".

«Lettere, filosofia e storia – spiega Elio Franzini, presidente della Conferenza dei presidi di lettere –: la didattica si sta ricompattando attorno a questi tre nuclei tradizionali». L'obiettivo dichiarato è mettere a punto programmi di studio dalle basi solide, senza eccessi e inutili moltiplicazioni di corsi, con uno sguardo rivolto al patrimonio culturale e alle esigenze della società attuale. L'università di Padova, ad esempio, ha cancellato il corso in geografia e due corsi interfacoltà, cooperazione allo sviluppo e scienze e tecnologie dei beni culturali. «Stiamo rafforzando i legami con le altre università venete – spiega il preside di lettere Michele Cortellazzo – per consentire agli studenti di seguire corsi in atenei differenti da quello di provenienza e creare così un sistema didattico integrato a livello regionale».

Punta a consolidare il legame con il territorio anche l'università Federico II di Napoli, dove si concluderà – con l'avvio del prossimo anno accademico – il passaggio alla nuova classificazione dei corsi voluta dal Miur. Accanto ai corsi di laurea storici – lettere antiche, lettere moderne, storia e filosofia – c'è il debutto di nuovi programmi per i corsi di beni culturali, psicologia e servizio sociale.

«Nel limbo legato agli sbocchi per l'insegnamento – sottolinea il preside di lettere Arturo De Vivo – i giovani possono trovare nuove opportunità nel campo dei beni culturali, grazie alla ricchezza del patrimonio archeologico e turistico regionale».
L'offerta didattica non cambia fisionomia alla Sapienza di Roma. «Abbiamo due facoltà ben caratterizzate – dice Stefano Asperti, preside a lettere –: filosofia e studi orientali, che insieme accolgono circa un migliaio di matricole, mentre il grosso degli studenti (l'anno scorso oltre 2.500, n.d.r.) si iscrive a lettere e scienze umanistiche che hanno insegnamenti omogenei».

Punta a rafforzare l'area storica e a compattare insegnamenti omogenei l'università di Bologna che per il 2010/2011 garantirà la stessa offerta di quest'anno, con nove corsi triennali e 15 magistrali. «Dal 2011 – prevede la preside di lettere Carla Giovannini – però ne perderemo almeno due nelle triennali e uno nelle specialistiche». L'Alma mater si distingue per il forte appeal sui giovani del Dams (circa 600 matricole nel 2009/10) e di Culture e tecniche del costume e della moda nella sede di Rimini (oltre 200 matricole).

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