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Aumentano pratica e specializzazione

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:01.

Più tecnici per venire incontro a un mercato che si va sempre più specializzando. Agraria e veterinaria sono nel pieno di un ripensamento dell'offerta formativa.
«Ci apprestiamo a concludere il primo anno del nuovo corso di veterinaria - spiega Vincenzo Chiofalo, preside di veterinaria a Messina -. Le prime indicazioni ci spingono a puntare su un taglio più pratico e sui settori clinici e ispettivi, che offrono le maggiori chance lavorative».

Alla Statale di Milano il corso a ciclo unico in veterinaria è affiancato da tre corsi triennali e due magistrali. «L'occupazione ha retto l'impatto della crisi - osserva il preside Eugenio Scanziani - : ci stiamo adeguando per recepire le innovazioni normative». L'università di Perugia organizza un corso triennale in produzioni animali. «Si tratta di un interfacoltà con agraria - precisa il preside di veterinaria Franco Moriconi -. Il mercato richiede tecnici capaci di gestire l'intera filiera alimentare, ponendosi come figure di raccordo con i veterinari». Il profilo in uscita si occupa di tutti gli aspetti legati alla gestione degli allevamenti, esclusi quelli sanitari. A questo si aggiunge il corso quinquennale in medicina veterinaria che ha già ottenuto la certificazione europea. Il metodo di studio è ispirato a quello dei campus americani: gli studenti frequentano la facoltà dalle 8 di mattina alle 8 di sera, tra lezioni e pratica nell'ospedale veterinario di ateneo. «Ciascun allievo ha un personal handbook - aggiunge il preside - che attesta lo svolgimento di 100 attività pratiche».

Con l'anno accademico 2010/11 entreranno a regime le modifiche alla facoltà di agraria di Piacenza della Cattolica. «La riforma del 3+2 ha reso più difficoltosa la specializzazione, imponendo agli atenei di recuperare alcune materie base sacrificate alle materie professionalizzanti- spiega il preside Lorenzo Morelli -. Così abbiamo fuso la laurea magistrale di tecnologia alimentare della filiera alimentare con quella di tecnologia alimentare per le produzioni primarie e vegetali». Nulla cambia, invece, sul fronte delle triennali: resta scienze e tecnologie alimentari con sedi a Cremona e Piacenza, che incorpora il corso in viticoltura ed enologia e rilascia il titolo di enologo. «Tutti i corsi sono ispirati al principio delle tre I - precisa il preside -: istruzione, inglese gratuito e impiego delle tecnologie». A Bologna, infine, si punta sulle tre A, come spiega il preside di Andrea Segrè: «Agricoltura, ambiente e alimentare sono tre ambiti in crescita dal punto di vista lavorativo e sempre più interconnessi tra loro».

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