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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:04.

Il ricercatore
Una strada impervia. Aboliti i ricercatori a tempo indeterminato a partire dal 2013, il disegno di legge Gelmini li vorrebbe sostituire con ricercatori a contratto (3 anni, rinnovabile una sola volta). «Se passa il Ddl del ministro - spiega Fernando D'Aniello, segretario nazionale dell'Adi, l'associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani - le università potrebbero chiamare direttamente uno di questi ricercatori quando si libera un posto da docente associato. La chiamata degli atenei però è solo "potenziale" perché non c'è obbligo di assumere un ricercatore alla scadenza del suo contratto».

Ma come si può diventare docente associato? Dopo la laurea c'è il dottorato di ricerca che dura tre anni (o quattro), a cui si accede tramite concorso a posti, alcuni con borsa di studio da mille euro e altri senza retribuzione (ma pagando le tasse universitarie). «Fino ad oggi - racconta il segretario dell'Adi - i dottori di ricerca tiravano avanti con assegni di ricerca, contrattini temporanei eccetera, cercando di arrivare al concorso di ricercatore a tempo indeterminato. Ora al massimo si può aspirare a un contratto di tre anni più tre». E poi? Poi bisogna sperare nella famosa "chiamata" dell'ateneo, o nel concorso nazionale per docenti, a cui faranno ricorso le università che non vorranno fare la chiamata.

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