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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:01.

Veterinari
È la passione il motore che spinge i giovani a iscriversi al corso di laurea in medicina veterinaria. In genere, gli aspiranti "dottori degli animali" sono tutti molto motivati, ma a volte la motivazione non basta. Per accedere al corso di laurea magistrale a ciclo unico bisogna passare un esame di ammissione. Superato il primo scoglio, si affronta il percorso di cinque anni, che comprende esami e attività di laboratorio. Trenta crediti sono dedicati al tirocinio pratico, indispensabile per essere ammessi all'esame di stato di abilitazione all'esercizio della professione.

L'esame viene organizzato dagli Ordini regionali della Fnovi (la federazione nazionale ordini veterinari) presso i singoli atenei ed è strutturato in quattro prove: una prova di clinica medica, profilassi e patologia aviare; una di clinica chirurgica e clinica ostetrica e ginecologica; una di zootecnia I e II; una di ispezione e controllo delle derrate alimentari di origine animale I e II

Agronomi e forestali
Liberi professionisti, ma anche dipendenti pubblici, consulenti alle aziende agricole, nella gestione forestale, nel verde urbano, nella sicurezza animale e alimentare e nella pianificazione paesaggistica. Gli sbocchi per chi intende intraprendere la professione di agronomo o dottore forestale sono molteplici, ma la strada è per tutti la stessa: bisogna laurearsi in scienze agrarie (come fa l'80% degli iscritti all'albo professionale) o in scienze forestali (opzione scelta dal 20%).

«Dopo la laurea – spiega Andrea Sisti, presidente del Conaf (consiglio ordine dei dottori agronomi e dottori forestali) – non è obbligatorio frequentare un tirocinio e si può accedere all'esame di stato, che viene svolto in una delle 23 facoltà di agraria presenti in Italia, e consiste in due prove scritte, una prova pratica di progettazione e una prova orale». Gli iscritti all'albo oggi sono 22mila.

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