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Meno corsi ma più mirati

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:03.

La razionalizzazione è la parola chiave della nuova offerta formativa delle facoltà di architettura. «Per il nuovo anno non abbiamo più voluto offrire un libro dei sogni – spiega Claudio Claudi de Saint Mihiel, preside della facoltà di architettura Federico II di Napoli –, ma abbiamo puntato sulla razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie. Questo si è tradotto nella identificazione di tre percorsi fondamentali di studio: il primo classico, con il corso a ciclo unico di 5 anni e l'alternativa del 3+2, quindi laurea breve più biennio successivo; il secondo (3+2) dedicato alla formazione urbanistica, area di grande interesse per gli sbocchi professionali; il terzo di architettura e produzione edilizia, per adesso solo triennale, caratterizzato da una grande interazione con il mondo del lavoro». Crescente l'attenzione verso la lingua inglese: anche in questa facoltà sono presenti scuole di dottorato in lingua.

Punta sui work shop estivi lo Iuav di Venezia. Si tratta di tre settimane a tempo pieno, che sono obbligatorie per gli studenti dei primi tre anni. «Un progetto che coinvolge 1700/1800 studenti – spiega Giancarlo Carnevale, preside della facoltà di architettura – che per tre settimane vivono in un campus seguiti da docenti italiani e stranieri e da grandi professionisti. Una vera e propria comunità, con blog sempre aggiornati e un quotidiano da 1.700 copie. Si tratta di un festival dove, ogni sera si svolge un confronto tra due docenti che sviluppano un tema predefinito».

Punta alla razionalizzazione la scelta del Politecnico di Torino di istituire un corso interfacoltà di architettura, che ha l'obiettivo di superare eccessive settorializzazioni, in un mondo che ve nella direzione dell'interdisciplinarità. In crescita anche i corsi in lingua inglese in tutte le principali aree dell'architettura.
Stessa spinta per architettura al Politecnico di Milano, che presenta un nuovo corso di urbanistica e planing in inglese. La facoltà, in più, punta ad aumentare i rapporti internazionali, facilitando tesi di laurea fatte in collaborazione con altre università e spingendo la mobilità verso il sud est asiatico per gli importanti sbocchi professionali che offre.

Ottimizzazione delle risorse anche per Roma 1, La Sapienza. Da novembre, infatti, le facoltà di architettura di Valle Giulia e Ludovico Quaroni si fonderanno in un'unica struttura. «Questo consentirà di unire le forze –, spiega Renato Masiani, preside della Quaroni – e di dar vita a una delle facoltà di architettura più grandi d'Italia. Si lavorerà all'ulteriore sviluppo dei nostri corsi tradizionali: disegno industriale, design del prodotto, comunicazione multimediale. Si istituirà un laboratorio di modelli, si darà sempre maggior peso alle nuove tecnologie e si insisterà sui progetti internazionali».

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Come per ingegneria, invece, probabili tagli futuri per il Politecnico di Bari. La facoltà di architettura è riuscita per settembre a mantenere il corso di disegno industriale che rischia, però, di scomparire dal 2011/2012.