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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:05.

Il metodo acquisito frequentando una facoltà scientifica è la chiave che consente a molti neolaureati di aprirsi le porte del lavoro. La chiusura delle scuole di specializzazione per l'insegnamento (Siss) e le difficoltà a ottenere una cattedra, spingono i corsi in matematica o fisica a ripensare obiettivi e collaborazioni in funzione di nuove esigenze, più vicine alle imprese.

«Lo studio di queste discipline insegna ad adattarsi a ogni situazione - afferma Alfredo Marzocchi, preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università Cattolica -. Ci viene riconosciuto che i nostri ragazzi possiedono una forma mentis in grado di porsi nel modo corretto di fronte al problema: lo sanno schematizzare e astrarre dal contesto particolare».

La Cattolica, per meglio orientare gli studenti di fisica, ha scelto di puntare su due ambiti di specializzazione: l'ambiente e la nanofisica. Ma con l'idea, condivisa da un po' da tutte le facoltà scientifiche italiane, che l'offerta formativa debba essere abbastanza "fissa", vicina ai percorsi didattici tradizionali, necessari per acquisire il metodo. «Il pericolo è che lo studente sia confuso dalla varietà dei titoli proposti - continua Marzocchi -.

Durante la triennale non ha senso alcuna specializzazione: non si va avanti senza certe competenze di base, per cui i primi tre anni devono essere più o meno sempre uguali». La pensano allo stesso modo anche a Firenze, che quest'anno conferma le proprie lauree, riattivando (dopo un anno) il corso magistrale in biotecnologie molecolari. Una specificità dell'ateneo è poi il binomio di corsi in tecnologie per la conservazione e il restauro (I livello) e scienze per la conservazione e il restauro (II livello), espressione di una lunga tradizione di ricerca che risale all'alluvione di Firenze del 1966 e arriva all'utilizzo delle nanoscienze per la conservazione del patrimonio culturale.

L'importante è saper proporre agli studenti attività integrative di eccellenza e momenti di approfondimento extra-curriculari. Una tendenza perseguita da molti dipartimenti, come ad esempio quelli di matematica e fisica dell'Università di Trento che offrono seminari, cicli di lezioni e corsi intensivi, riconosciuti con attestati specifici (i corsi magistrali in matematica e informatica si tengono in lingua inglese). Con la stessa filosofia si sviluppano i laboratori di nanoscienze, che hanno dato a Trento visibilità internazionale: dall'anno prossimo verrà loro concesso uno spazio più ampio dove collaboreranno circa 25 persone da varie parti del mondo.

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