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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 13:50.
La prima volta di un leghista al timone della manovra. È Massimo Garavaglia, classe 1968, consulente aziendale, vicepresidente della commissione Bilancio di palazzo Madama che martedì 8 giugno sarà designato come relatore al Senato del decreto legge anticrisi del governo da 24,9 miliardi.
Due lauree, la batteria e il blues lumbard. Due lauree nel cassetto, una in Economia e commercio conseguita alla Bocconi, la seconda in Scienze politiche alla Statale di Milano, una grande passione per il Carroccio e per la musica, che coltiva da anni come batterista di un gruppo dialettale di rock blues, i Gamba de Legn, che suonano e compongono testi rigorosamente in dialetto milanese. Nel 1999 è eletto sindaco di una giunta monocolore leghista a Marcallo con Casone (Milano), dove è stato riconfermato nel 2004 con il 61% delle preferenze. Nella scorsa legislatura è stato deputato, capogruppo del Carroccio in commissione Bilancio. Poi è arrivato lo scranno da senatore alle politiche dell'aprile 2008. L'incarico che lo aspetta lo entusiasma. «È una manovra innovativa, da 24,9 miliardi senza aumento di tasse e con tagli importanti e non irrazionali come qualcuno ha voluto definirli in questi giorni. Certo ci sono migliorie da fare».
Su che versanti?
«Sono auspicabili tutte le modifiche che rendano i tagli più efficienti ed equi e portino a sburocratizzare l'attività d'impresa. Sul fronte degli enti locali ci sono da fare delle differenze, tenendo conto del dimensionamento e della tenuta dei conti. È impossibile, per esempio, pretendere il rispetto del blocco del turnover del personale nei comuni al di sotto della media nazionale, mentre bisogna colpire con ulteriori tagli quelli che sono ancora lontano dal rispetto delle regole».
Qual è la misura della manovra più qualificante?
«Sicuramente sul fronte della lotta all'evasione il maggior impegno dei comuni che anticipa misure del federalismo. Per esempio si parla da anni delle case affittate in nero. Se i comuni facessero azioni mirate, i risultati sarebbero visibili subito. Approvo anche le disposizioni sulle municipalizzate, che sono carrozzoni, semplici stipendifici: prevedere che debbano essere riportate sul mercato è fondamentale».