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Norme e Tributi Fisco

Manovra in Senato, stipendi Rai nel mirino del Pdl

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 15:51.

La manovra sbarca in parlamento al Senato (in attesa che sia designato il realtore e fissata l'agenda) e subito parte l'assalto alla diligenza. C'è chi chiede tagli ai super stipendi della Rai, chi vuole accogliere subito l'ultimatum all'Italia dell'Unione europea che ha chiesto di equiparare immediatamente l'età pensionabile tra uomini e donne nel settore pubblico. C'è chi promette battaglia sulla dilatazione del potere di dichiarare la segretezza di opere, forniture e servizi pubblici.

Il premier Berlusconi serra i ranghi della maggioranza, invita la sua squadra a puntare sul «senso di responsabilità della maggioranza». Sono infatti in molti a preannunciare l'intenzione di presentare modifiche al testo messo a punto da via XX Settembre, a partire dai vertici del Pdl. Fermo restando i saldi di bilancio, come sottolinea, ad esempio il presidente dei senatori di maggioranza Maurizio Gasparri, «si potranno discutere in Parlamento singoli punti. Penso a qualche iniziativa che si dovrà assumere in materia di comparto sicurezza e difesa». Gasparri stesso mercoledì avrà un incontro con Cocer e sindacati per misure specifiche su sicurezza e difesa. La Lega, poi, potrebbe trasformare in emendamento la mozione per rendere più stringenti le regole contro i commercianti ambulanti irregolari.

Tagliare i super stipendi Rai è la richiesta di Stefano De Lillo. «Sarebbe opportuno prevedere un taglio dei super stipendi dei contratti Rai che superino una determinata soglia». E annuncia un emendamento «per ripristinare il gettone di presenza dei consiglieri delle municipalità delle aree metropolitane più vaste».

Accogliere subito la sollecitazione di Bruxelles sul pensionamento delle impiegate pubbliche, inserendo un emendamento nella manovra, è la richiesta del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl). Che rivela che già nelle fasi preliminari della manovra si era parlato di dare un colpo d'acceleratore alla normativa, tramite un avanzamento di un anno ogni 18 mesi anziché ogni 24.E ipotizza un risparmio di 350 milioni l'anno dall'applicazione della misura.

Per la presidente degli industriali Emma Marcegaglia il provvedimento è debole sulla green economy. «Ci aspettiamo che ci siano alcune cose su ricerca e ambiente». Confindustria chiederà al Governo di reinserire in Finanziaria gli incentivi per le aziende che fanno investimenti nella direzione del risparmio energetico, spariti nella manovra correttiva, e di rivedere la norma che consente al Gse di poter non comprare i 'certificati verdi' oltre la richiesta del mercato. «Chiederemo che il risparmio energetico sia supportato con le agevolazioni, ora previste al 55% fino alla fine del 2010 – ha detto Marcegaglia - e poi c'è un meccanismo secondo cui il Gse può comprare i 'certificati verdi' oltre le richieste del mercato. Nella manovra correttiva c'è una norma che dice che può non farlo. Questo crea problemi per gli investimenti in corso. Ci aspettiamo poi alcune cose sulla ricerca e un supporto al tema dell'ambiente. Vedremo di gestire la situazione e speriamo che nella manovra tradizionale di settembre le cose che chiediamo ci siano».

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Intanto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi annuncia che in Finanziaria «ci sarà una revisione degli strumenti di sostegno, non una riduzione», riferendosi a possibili tagli degli incentivi a ricerca, università e salario di produzione. L'obiettivo, ha spiegato Sacconi, «è sostenere la crescita e si cresce solo nella stabilità. La manovra correttiva è un presupposto per la politica di bilancio nei prossimi anni. Misure su credito d'imposta per la ricerca, università e la detassazione del salario di produttività saranno definite nella manovra di bilancio secondo un quadro esigenziale. Un ulteriore pacchetto per la crescita sarà deliberato in occasione della legge di bilancio».

Il Pd punta i riflettori su «una vistosa e ampia dilatazione del potere di dichiarare la segretezza di opere, forniture e servizi pubblici», spiega il vice capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda che si chiede quali sia la necessità di tali misure che rischiano di essere di fatto «deroghe» in materia di appalti pubblici. Da parte sua l'Udc invece ribadisce lo «spirito costruttivo» con il quale punta a preparare un pacchetto di modifiche nella convinzione che «la manovra economica - spiega il leader centrista Pier Ferdinando Casini - sia inevitabile».

Nella manovra non ci saranno condoni, assicura il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Lo ha detto durante la trasmissione "Annozero", replicando al leader del Pd Pierluigi Bersani che, parlando della manovra, aveva previsto: «Sono sicuro che non ci sarà pace anche nella maggioranza e che, vista riga per riga questa manovra, solleciterà un mare di problemi. Non vorrei che alla fine spuntasse un bel condono».


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