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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:49.

Ventidue professioni, dall'infermiere all'educatore professionale. Quattro grandi aree: infermieristica, ostetrica, della riabilitazione e tecnico sanitaria. E una quasi certezza: di essere al lavoro nel giro di sei mesi dopo il diploma del primo triennio formativo. Sono le professioni sanitarie che numericamente sono in continua crescita sia di domande sia di iscritti. Nel 2009-2010 per la prima volta le domande hanno rotto il muro delle 100mila (110mila per esattezza, ventimila in più dell'anno precedente) nonostante i posti a bando fossero pressoché invariati intorno ai 26.500-26.800.

Una "scelta sicura" quindi per gli studenti, che però nel decidere a quale professione rivolgersi dovranno tenere fissi alcuni punti. Primo: gli sbocchi occupazionali. C'è alta disponibilità di posti per infermiere, «circa 16.000». Ma in generale per tutte le lauree sanitarie ci sono sbocchi certi e relativamente immediati e semmai la scelta può essere orientata facendo riferimento alle diverse tipologie occupazionali: rapporto di lavoro da dipendente (pubblico o privato) per assistenti sanitari, educatori professionali, dietisti, infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, tecnico di neurofisiopatologia e tecnici di audiometria. Prevalente libera professione per igienisti dentali, audioprotesisti, tecnici ortopedici e podologi. Misto, libera professione e dipendente pubblico o privato per fisioterapisti, logopedisti e ortottisti.

Altro parametro importante (si fa domanda per una professione principale e due eventuali alternative) è legato ai contenuti professionali e alla modalità di lavoro: l'assistenza continua e diretta alla persona caratterizza infermiere, ostetrica, fisioterapista, podologo. La componente relazionale è invece caratteristica di dietista, logopedista e ortottista.
Le professioni tecnico-sanitarie di tecnico di radiologia, laboratorio, neurofisiopatologia, audiometrista e audioprotesista sono caratterizzate dall'altissima presenza delle tecnologie strumentali (sempre in aumento) e dalla relativa continua evoluzione. L'informatica è la base costante e preponderante per esercitare al meglio la professione di "tecnico".

Un'ulteriore valutazione va fatta per le professioni tecniche che hanno quasi esclusivo rapporto con le strumentazioni e per le quali la componente del rapporto diretto con il paziente è variabile, dal prevalente impegno su analisi su materiale biologico (tecnico di laboratorio biomedico) al contatto diretto con la persona (tecnici di radiologia e di neurofisiopatnologia).

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