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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 09:29.
Il pianeta-pensioni si appresta a vivere un altro lustro di grandi cambiamenti. Da qui al 2015, il calendario sarà affollato da una serie di appuntamenti che muteranno in profondità il volto della previdenza. Sarà una sorta di riforma permanente: dall'entrata in vigore delle nuove finestre, nel 2011, fino alla prima applicazione del meccanismo per l'aumento dell'età di pensionamento in relazione alla crescita della speranza di vita, nel 2015.
Allungare il periodo di permanenza al lavoro e contenere la spesa sono gli obiettivi di lungo periodo. Per centrare i quali, passo dopo passo, prenderanno corpo le misure introdotte negli ultimi anni e quelle arrivate in questi giorni con la manovra economica, ora all'esame del Parlamento.
Al lavoro più a lungo
L'innalzamento dell'età per la pensione delle donne della pubblica amministrazione rappresenta la misura più recente di questa strategia. Dal 2012, con l'emendamento che verrà recepito nel decreto legge 78, il requisito per la pensione di vecchiaia nella Pa sarà unificato, per maschi e femmine, a 65 anni. Fino al 31 dicembre 2011, alle donne "statali" ne basteranno invece 61. Poi, dall'anno successivo, ci sarà di fatto un blocco di quattro anni delle pensioni di vecchiaia. Nel 2011 potranno lasciare il lavoro le nate nel 1950; poi, ma solo nel 2016, toccherà alle nate nel 1951. Nel frattempo, ma naturalmente anche in futuro, per ottenere la pensione, le donne della Pa dovranno fare i conti con i requisiti per l'anzianità. Va detto, però, che attraverso il canale dell'anzianità le dipendenti pubbliche, se in possesso del requisito dei 35 anni di contributi, nel 2012, con la quota 96 e l'età di 60 anni e dal 2013 in poi con la quota 97 e l'età di 61 anni potranno andare in pensione. In altri termini, restando inalterati i requisiti per le quote, le dipendenti pubbliche possono aggirare l'ostacolo dei 65 anni di età. Per non parlare poi di chi matura i 40 anni di contribuzione che potrà andare tranquillamente in pensione indipendentemente dall'età anagrafica.
Un prolungamento della vita lavorativa giunge anche con le finestre a scorrimento. Il sistema, dal 2011, prevede un unico termine di decorrenza della pensione sia per l'anzianità sia per la vecchiaia: il 13° mese dalla maturazione dei requisiti, per i dipendenti (pubblici e privati, donne incluse); il 19° mese per gli autonomi.