Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 15:29.
Contro la bulimia giuridica che deve affrontare in Italia chi vuole avviare una attività, il Consiglio dei ministri ha iniziato l'esame del disegno di legge ordinaria dedicato alla libertà d'impresa e del disegno di legge costituzionale che modifica gli articoli 41 e 118 della Costituzione. Il ddl costituzionale aggiunge due nuovi commi all'articolo sull'iniziativa economica privata: il primo promuove il principio della «responsabilità personale in materia di attività economica non finanziaria», il secondo prevede che gli «interventi regolatori dello Stato, delle Regioni e degli enti locali che riguardano le attività economiche e sociali si informano al controllo ex post».
«C'è bisogno di maggiore libertà di impresa, si può e si deve intervenire su questo aspetto per giungere poi a una riforma dell'impostazione costituzionale più complessiva, ma meglio partire subito», ha sottolineato Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo economico.
Lo spirito che informa il disegno di legge di modifica della Costituzione, sottolinea il comunicato di palazzo Chigi, «è improntato alla massima rimozione, ove possibile, di ostacoli che si frappongano fra il libero imprenditore e la realizzazione dell'impresa, esaltandone la responsabilità personale nonchè il ruolo dei livelli territoriali di governo nel concorso alla realizzazione dell'iniziativa economica».
In pratica lo schema di disegno di legge costituzionale aggiunge nuovi commi agli articoli 41 e 118 della Costituzione. La relazione al provvedimento denuncia la bulimia giuridica che vige nel paese. Traducendo in chilometri le pagine della Gazzetta Ufficiale pubblicate: 4,9 km nel 2006, 4,1 nel 2007, 4,4 nel 2008 e 4,7 km nel 2009. Una massa crescente e sconfinata di regole che soffoca la libertà d'impresa, che pone una media di 68 adempimenti per iniziare un'attività, con una media di 19 uffici da contattare. Con punte di 78 adempimenti per aprire una attività fotografica o di raccolta e smaltimento rifiuti.
L'attuazione della nuova normativa é a due vie: una prima fase, con legge ordinaria sulla Segnalazione di inizio attività (Sia) appoggiata da una nuova disciplina dello sportello unico e una seconda fase, con legge costituzionale, che definisce il principio di responsabilità, l'autocertificazione, il controllo ex post superando l'attuale complicato riparto delle competenze legislative. La relazione cita anche il "nodo di Gordio", metafora per indicare un problema di intricatissima soluzione, che si presta a essere risolto con una soluzione alla Alessandro Magno: «non si scioglie, ma si taglia con un colpo di spada». Non ci sono alternative, spiega ancora la relazione, alla «maglia di regole che pesa sull'economia e la soffoca, cresciuta a dismisura negli ultimi 3 decenni e aggrovigliata dalla moltiplicazione delle competenze - centrali, regionali, provinciali, comunali - é ormai divenuta tanto soffocante da creare un nuovo Medioevo».