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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:30.
I controlli su redditi e spese dichiarate quest'anno dovrebbero portare nelle casse dello stato 740 milioni nel 2011, 1,2 miliardi nel 2012 e e quasi 1,4 miliardi a regime. Sono i frutti, sperati dal governo, dal nuovo accertamento sintetico messo a punto nella manovra correttiva (approvata ieri definitivamente dalla Camera), che al suo debutto dovrà occuparsi del rapporto fra le spese sostenute e le entrate realizzate dai contribuenti l'anno scorso, e registrate nel modello Unico da consegnare a settembre. Settembre dovrebbe vedere affacciarsi anche i nuovi prototipi con cui l'amministrazione finanziaria cercherà di indovinare i redditi dei contribuenti, anche sulla base delle analisi statistiche che hanno cominciato a confluire alle Entrate.
Il principio-cardine del nuovo sistema è la «presunzione» del reddito del contribuente in base alle uscite sostenute per quattro capitoli di spesa: la casa, compresi mutui e bollette, i mezzi di trasporto, il tempo libero (speso magari in un centro benessere, in un circolo esclusivo o in un centro ippico), e le «altre voci» che comprendono per esempio le assicurazioni, i movimenti di capitale o i contributi ai domestici. Ognuna di queste uscite si tradurrà in «reddito presunto», sulla base del presupposto che un euro speso per la barca o in una casa d'asta "rivela" un reddito maggiore dell'euro speso per il mutuo o la bolletta della luce. Ognuna di queste spese si trasformerà in reddito presunto grazie a coefficienti che cambieranno in base alla tipologia familiare e alla zona di residenza del contribuente, perché la situazione di un single milanese è diversa da quella di una famiglia con figli in un piccolo centro del Mezzogiorno.
L'attenzione sulle spese sostituisce quella sulla disponibilità di beni e servizi che governava il vecchio redditometro, e che per far scattare i controlli imponeva almeno due anni di non congruità per evitare di incappare in redditi occasionali o straordinari. Nel nuovo sistema si suppone che quanto viene speso in un determinato periodo sia finanziato con redditi "contemporanei", per cui basta un anno di scostamento per far partire la verifica. Scende inoltre dal 25% al 20% la soglia di tolleranza nella forbice fra entrate dichiarate e redditi presunti in base all'accertamento.