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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2010 alle ore 08:09.

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Viaggio nel bunker di Sogei fortezza del grande occhio fiscaleViaggio nel bunker di Sogei fortezza del grande occhio fiscale

«Ogni byte può essere una lettera o una cifra. Quaggiù ne possiamo immagazzinare un petabyte», osserva l'ingegnere mostrando la sala macchine nei sotterranei di Sogei. «Un petabyte significa un biliardo di byte, 10 elevato alla quindicesima», spiega, intuendo la perplessità. «Prenda 10 e ci aggiunga 15 zeri: questa è la mole di informazioni che possiamo custodire. In questi duemila metri quadrati c'è racchiusa tutta l'Italia», chiosa. E la sua non è una metafora.

I duemila server allineati in questo spazio bianco che poi non è neppure tanto grande quanto ci si aspetterebbe, macinano senza interruzione dati anagrafici, bancari, fiscali e sanitari. «Da quando una persona nasce a quando muore. Il primo byte scocca con il primo vagito», scherza l'ingegnere mentre passeggiamo tra corridoi di elaboratori grigi e neri che rullano come i motori di piccoli piper. «Tutto ciò che si fa là fuori, lascia una traccia quaggiù. Possiamo memorizzare e ricostruire l'intera esistenza di un individuo», sorride bonario. L'ingegnere indica le apparecchiature, le cartucce, gli ingranaggi elettronici sempre più sofisticati che hanno liquidato la carta. Sotto di noi si dipanano invece chilometri di fili che trasportano miliardi di byte e frame di "vite". Ci si potrebbe completare decine di volte il raccordo anulare che peraltro passa qui vicino, sulla Laurentina alle porte di Roma. Le grate sul pavimento sbuffano aria fredda per mantenere a una giusta temperatura i computer.

Sogei è la società di information and communication technology del ministero dell'Economia. La sua storia inizia a metà degli anni '70. In occasione della riforma fiscale, a Sogei fu affidato il compito di creare una moderna anagrafe tributaria e oggi la società, guidata da Sandro Trevisanato (presidente) e Marco Bonamico (amministratore delegato), conta 1.750 dipendenti e governa la più grande rete telematica europea di servizi online per i cittadini. Di fatto, è questo il "cervello" che guida il grande occhio fiscale di cui Il Sole 24 Ore si sta occupando in queste settimane.

Da questa autostrada telematica filtrano ogni anno, per esempio, 30 milioni di dichiarazioni dei redditi, quattro milioni di comunicazioni Iva, 90 milioni di pagamenti telematici e oltre sette milioni di atti del registro. Ma Sogei assicura anche i servizi telematici per le agenzie fiscali (Entrate, Demanio, Territorio e Dogane) con oltre 100 milioni di documenti trasmetti telematicamte, fornisce ai Monopoli di Stato soluzioni tecnologiche per il check up sui giochi, dall'Enalotto a "Win for life, emette le tessere sanitarie, supporta Equitalia nella riscossione, oltre che regioni ed enti locali nell'ambito del federalismo fiscale.

Per accedere al quartier generale di Sogei bisogna oltrepassare più livelli di sbarramento. La sicurezza è imprescindibile. Sotto tutti i punti di vista. E se un cataclisma devastasse il centro? «Nessun problema», assicura l'ingegnere. «Tutto è duplicato. Ci sono generatori di riserva che in caso di black out possono andare anche a gasolio e hanno un tempo di sopravvivenza sufficiente a salvare tutto il materiale. E poi i server che custodiscono le informazioni più delicate hanno un gemello collocato in un'altra zona d'Italia». C'è stata qualche polemica, in effetti, dopo il terremoto in Abruzzo perché è venuto fuori che la "Sogei 2", la città dei computer cloni, è stata eretta nei pressi dell'Aquila. «Già, ma la struttura ha retto e questo dimostra che è il centro è stato edificato correttamente. In ogni caso, si sta valutando di spostarlo altrove, forse più vicino alla Capitale».

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