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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 22:23.
In occasione del secondo congresso nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, in programma a Napoli dal 21 al 23 ottobre, abbiamo invitato i nostri lettori commercialisti ed esperti contabili a inviarci il racconto di una "giornata con il fisco". Altri sono in arrivo e il contributo è aperto a tutti i professionisti che vogliano inviarci analoghi appunti e riflessioni sul tema. Scrivete le vostre storie nella spazio dei commenti in fondo al testo dell'articolo.
Tra i ricordi particolari della mia professione di dottore commercialista iniziata circa 20 anni fa, non posso non menzionare la mia prima volta in qualità di difensore innanzi alla Commissione Tributaria Centrale.
Ero molto giovane, non avevo ancora 30 anni, sarà stato il 1995, e mi presentai per discutere un ricorso importante in cui il contribuente aveva vinto in primo e secondo grado. Io ero emozionato ed anche preoccupato per la mia giovane età, per la ridotta esperienza, per l'importanza della controversia e per il timore che comunque incuteva al giovane professionista la difesa innanzi alla Commissione Tributaria Centrale.
Anche l'ambiente era austero. I lunghi e larghi corridoi degli uffici di Via XX Settembre a Roma, oggi sede del Ministero dell'Economia, trasmettevano il senso di un luogo importante. Mi presentai timoroso timoroso. Ed una volta arrivato il mio turno innanzi ad una assonnata commissione di ultraottantenni – almeno nei modi e nell'aspetto – un relatore altrettanto assonnato iniziò a illustrare la controversia.
Il relatore introdusse facendo presente che «il contribuente ha perduto in primo grado, ha perduto in secondo grado e...». E io, povero giovane difensore, dovetti interrompere brutalmente per far capire alla Commissione che il relatore stava illustrando un'altra controversia e non quella che vedeva me come difensore. Tutta la Commissione ebbe un sussulto, come se venisse stordita dal torpore in cui era immersa ed effettivamente il presidente prese in carico la situazione e comprese che il relatore non aveva minimamente letto le carte.
Alla fine quella fu la volta in cui vinsi innanzi alla Commissione Tributaria Centrale il mio primo ricorso. Sembrerà banale, ma è stata una esperienza estremamente formativa. Non è mai giusto generalizzare, ma anche altre esperienze alla Commissione Tributaria Centrale sono state, a volte, imbarazzanti. E pensare che quella Commissione è stata per anni l'ultimo grado di giudizio delle controversie tributarie. Il luogo ove si è scritta la parola fine anche ad importantissimi contenziosi. Sicuramente quelle Commissioni Tributarie erano il retaggio di un Fisco che oramai non c'è più e che invece come operatori del settore ci auguriamo sia sempre più aggiornato, competente e vicino ai contribuenti ed ai professionisti.