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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 07:42.
Ammonterebbe a circa 50 milioni il patrimonio che, secondo una stima prudenziale, potrebbe entrare nelle casse dei comuni del Centro-Nord se gli immobili di proprietà della Chiesa dovessero iniziare a pagare l'Ici dal 2014 così come prefigurato nella bozza del decreto sul federalismo fiscale municipale approvato in agosto in via preliminare dal governo. Un patrimonio derivato non solo dal raddoppio dell'aliquota (che nella nuova imposta dovrebbe lievitare all'1,3% dall'attuale media dello 0,6%) ma anche dai recuperi degli anni pregressi (fino a quattro). Finora su questo punto valgono i dettami del Dlgs 504 del 1992 (che prevede l'esenzione dall'Ici per i beni della Chiesa) e un atto dell'ultimo governo Prodi, nel 2006, che, correggendo un atto estensivo del governo Berlusconi del 2005, manteneva l'esenzione per gli immobili dalle finalità "non esclusivamente commerciali".
I dati
Si tratta in ogni caso di una stima prudenziale calcolata sulla base dei dati forniti dal Gruppo Re (dove Re sta per religioso ed ecclesiastico), che si occupa fra l'altro di gestione immobiliare e che dal 1984 opera nel mercato religioso ed ecclesiastico. Secondo i dati forniti dalla società, che riprendono sostanzialmente quelli riferiti dalla Cei, nell'area, si troverebbero circa 1.860 immobili (tra case di cura, scuole, nidi, mense, case di riposo e di accoglienza) tassabili di proprietà di istituti religiosi ed ecclesiastici. A questi se ne aggiungerebbero 6.583 non tassabili perché luoghi di culto o relative pertinenze. Ma, sulla base delle risultanze puntuali del catasto gli immobili di proprietà della Chiesa esistenti nell'area potrebbero essere molti di più. Basti pensare che nel solo comune di Bologna sono registrati al catasto circa 2.600 edifici tra abitazioni (categoria catastale A), scuole, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, case di cura ed ospedali (categoria B) e, infine, negozi e magazzini (categoria C). «Secondo le nostre stime – spiega Mauro Cammarata, direttore del settore Entrate e finanze del comune di Bologna – se questi immobili fossero tutti sottoposti al regime fiscale dell'Ici, il comune dovrebbe incassare circa 3,6 milioni all'anno. Invece, per via del regime di esenzione, l'Ici incassata da questi beni è di poco superiore ai 700mila euro all'anno e si riferisce a soli 1.346, edifici».