Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 13:44.
Per un aspirante legale la prospettiva, spesso, è quella di affrontare un praticantato non retribuito che a poco a che vedere con la professione vera. Negli studi d'affari, però, la musica può essere ben diversa. Retribuzione iniziale superiore a 1500 euro mensili. Possibilità di lavorare da subito su casi di fusione o acquisizione o su contenziosi di alto profilo. E poi si può maturare una specializzazione specifica e puntare a diventare socio. In cambio sono richiesti curriculum eccellente, ottima conoscenza dell'inglese, una formazione economica oltre che giuridica, e molto fiuto per il business. Ecco le storie di chi ci ha provato.
Ambrosio (studio Orrick): corsa a ostacoli, poi a Milano con determinazione calabrese
Bonante (studio Toffoletto): Il giuslavorista con la passione per la musica
«Vorrei scalare tutti gli 8mila, ma so che al massimo posso raggiungere la cima del Montestella a Milano». Se non avesse scelto la professione di avvocato d'affari, Donatella de Lieto Vollaro, collaboratrice di Norton Rose, avrebbe forse fatto la scalatrice. Ma la carriera della professionista, iniziata nello studio del professore Mario Casella con una retribuzione di 800mila lire e continuata nella law firm internazionale Norton Rose, è da sempre stata all'insegna della specializzazione in Capital markets.
«Ho fatto questa scelta per il profilo internazionale, la dinamicità e la continua evoluzione del settore, ma anche perché ho avuto la possibilità di effettuare periodi di secondment presso Mediobanca, Credit Suisse e Banca IMI che mi hanno dato una visione più puntuale e globale del mercato», racconta l'avvocato, una grande passione per lo sport che la porta a iniziare la giornata alle 730 di mattina con una seduta in palestra.
Con la necessità di districarsi tra leggi e regolamenti in continua evoluzione, interpretare le decisioni dell'Autorità di Vigilanza e seguire i clienti, operare in questo settore che è stato duramente bastonato dalla crisi economica non è sempre facile. De Lieto ha seguito la quotazione della prima società sul mercato AIM Italia, un mercato tuttavia mai decollato veramente.
«Abbiamo lavorato molto e ci abbiamo creduto, ma in Italia l'assenza di investitori specializzati in piccole e medie imprese ha penalizzato l'AIM», commenta l'avvocato. Dopo la palestra, la giornata tipo continua con la consultazione dell'agenda.