Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 16:53.
Due professioni e un solo cliente. In molti studi d'affari avvocati e commercialisti lavorano in tandem alla stessa pratica e condividono uno stesso ufficio. Succede anche da CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni, studio italiano affiliato al network internazionale CMS, dove la composizione ibrida della firm si riflette nel background delle giovani leve.
Ambrosio (studio Orrick): corsa a ostacoli, poi a Milano con determinazione calabrese
Donatella de Lieto (studio Norton Rose): dalla scalata degli 8mila alle montagne di carta
Bonante (studio Toffoletto): Il giuslavorista con la passione per la musica
Lorusso e Urso (Tonucci): penale societario e diritto commerciale per le nuove leve
Marco Leonardi (studio Latham & Watkins): annoiarsi è impossibile, ma che stress
Edoardo Rulli, 26 anni e 3 anni di seniority, è entrato in studio a due mesi dalla laurea in giurisprudenza all'università Tor Vergata di Roma. «L'avvocatura d'affari non si sceglie. Bisogna essere scelti», taglia corto Rulli. «In studio pensavo di trovare un'atmosfera simile a quella descritta da John Grisham nel romanzo "Il Socio", ma l'ambiente è completamente diverso. La competizione c'è ma è sana e ho avuto la fortuna di trovare persone disposte ad insegnarmi il lavoro». Il giovane avvocato si è specializzato in diritto societario e diritto dei mercati finanziari. «Materie che mi hanno appassionato da subito e che ho approfondito sia nella mia attività quotidiana in studio sia continuando a collaborare con l'Università, con il dottorato di ricerca che sto svolgendo», precisa.
Chi lavora in uno studio di affari sa che i clienti si aspettano solo una cosa: la soluzione del problema. «La cosa più bella è il momento in cui si capisce di averlo risolto», aggiunge Rulli, «ma la più brutta è che a volte, per risolvere i problemi di altri, ci si dimentica dei propri».
Per quanto riguarda le ambizioni, Rulli punta a fare questo lavoro con sempre maggiore qualità nei contenuti e a «diventare un professionista in grado di conciliare un'approfondita conoscenza del diritto con gli aspetti "business" della professione d'avvocato». Per lavoro ha rinunciato a qualche viaggio ma non allo sport. «E non credo sia necessario farlo. Il tempo si trova se si hanno le dovute motivazioni». Fabrizio Alimandi, 32 anni e una laurea con lode a 23 anni, è collega di Rulli ma ha un titolo diverso. Quello di commercialista.