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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2011 alle ore 08:07.
Quanti sono i semafori nel comune? Quante sono le auto, le moto, le biciclette e i telefoni cellulari di servizio utilizzati dalla polizia municipale? Quanto si spende per la cancelleria dell'ufficio anagrafe?
Tassa di soggiorno anche ai piccoli (di Fabio Grattagliano e Gianni Trovati)
Viabilità, restauri e arredo urbano con l'Ici aggiuntiva (di Serena Riselli)
Sull'Irpef la trattativa finale (di Gianni Trovati)
Parte la macchina dei «fabbisogni standard», il megacensimento su caratteristiche e costi dell'attività dei comuni e delle province che dovrà individuare i livelli di finanziamento giusti per le loro funzioni fondamentali. Un'operazione gigantesca, che dovrà passare al setaccio le modalità con cui gli enti locali svolgono il proprio core business, dall'anagrafe agli asili nido, dall'istruzione pubblica alla gestione di territorio e ambiente. L'obiettivo, ambizioso, è quello di fissare il «livello giusto» dei finanziamenti federalisti, cioè la somma che il fisco rinnovato dovrà garantire a ogni comune con i tributi propri e la perequazione. Si tratta, scrive il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino nella lettera partita questa mattina con cui chiede la «massima collaborazione» ai colleghi dei comuni italiani, di «uno dei passi fondamentali per dare attuazione a un federalismo cooperativo e responsabile»; in effetti, nonostante i tira e molla sul decreto relativo al fisco municipale, che ha ottenuto una settimana di tempi supplementari per raccogliere le indicazioni dei comuni (oggi si dovrebbe iniziare a conoscere il nuovo testo), il cuore della partita è sui fabbisogni. Dipende dalla loro determinazione la possibilità di trasformare in realtà l'obiettivo teorico principe dei fautori del federalismo, cioè quello di «abbassare le tasse» e migliorare i servizi, e lì guardano anche gli incerti, che temono dal federalismo una contrazione nel perimetro dell'attività pubblica sul territorio. Nonostante la trattativa complicata con il governo, i sindaci si mettono nel primo gruppo, e Chiamparino nella lettera spiega che i fabbisogni standard sono lo strumento per «superare il finanziamento delle inefficienze».
La mega-raccolta dei dat