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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 07:54.
Titoli di coda con polemica per il via libera della Camera al milleproroghe. A riaccendere ieri gli animi a poche ore dal voto di fiducia è stata la norma sul divieto di incroci Tv e carta stampata. Nella versione del maxi-emendamento riformulata dal governo dopo l'esame di ammissibilità della presidenza della Camera e quello del comitato dei 18 nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, il governo è tornato alla versione iniziale del decreto legge con una proroga mini.
Ecco le modifiche del maxiemendamento. Sabato l'ok definitivo (di Nicoletta Cottone e Claudio Tucci)
Il divieto di acquisizione dei giornali da parte dei gruppi televisivi sarà valido fino al 31 marzo prossimo, con la possibilità che il termine possa essere differito ulteriormente con un decreto della presidenza del consiglio. Un ritocco ritenuto formale dalla maggioranza e dal governo e che consente di coordinare il testo tra il maxi-emendamento e la tabella allegata al Dl: la norma cancellata all'ultimo istante dal maxi-emendamento fissava il termine al 31 dicembre e quella della tabella al 31 marzo 2011.
Di diverso avviso le opposizioni che gridano al blitz per consentire l'acquisto di giornali da parte di gruppi televisivi già a partire dal prossimo 1° aprile (si veda il servizio qui a fianco).
Altro confronto, tutto interno alla stessa maggioranza, si è incentrato sulla ripresa delle demolizioni degli immobili abusivi in Campania. Un gruppo di pidiellini campani, infatti, ha sperato fortemente in un reiserimento della norma sul blocco dell'uso delle ruspe fino a dicembre prossimo, inizialmente inserita solo con qualche modifica nel nuovo maxi-emendamento ma saltata soltanto all'atto della presentazione ufficiale di mercoledì sera. Stando al provvedimento su cui il governo ha chiesto la 33esima fiducia i motori delle ruspe in Campania potranno presto riaccendersi.
Scambio di vedute bipartisan sull'anatocismo degli interessi bancari. Oltre alle opposizioni a manifestare la propria contrarietà sono stati sia il gruppo dei responsabili, sia esponenti del Pdl che hanno voluto sottolineare come la correzione del maxi-emendamento alla norma introdotta al senato, lascia inalterata la «beffa per i piccoli risparmiatori» e rischia «di mettere in serio pericolo la sopravvivenza delle piccole e medie imprese».