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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 21:19.

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Il pirata della strada rischia la condanna per omicidio volontario (Fotogramma)Il pirata della strada rischia la condanna per omicidio volontario (Fotogramma)

Rischia la condanna per omicidio volontario il pirata della strada che provoca un incidente mortale tenendo una guida spericolata. La Corte di Cassazione chiede un nuovo processo a carico di un giovane moldavo che una notte del 18 luglio 2008, nel tentativo di sfuggire ai poliziotti, con un furgone rubato aveva travolto una vettura con a bordo tre ragazzi, uccidendone uno e ferendo gli altri due.

Accolto l'inasprimento della pena
Gli ermellini hanno accolto il ricorso della Procura della Corte d'Appello contro la decisione della Corte d'Assise d'Appello di condannare l'uomo, a 8 anni e 8 mesi, per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento. Una pena che i giudici di piazza Cavour invitano a inasprire ipotizzando il reato di omicidio volontario.

Il pregiudicato aveva tagliato diversi incroci
La mano pesante sarebbe giustificata dalla dinamica dell'incidente. Il pregiudicato aveva, infatti, tagliato diversi incroci, malgrado il semaforo rosso, tra via Nomentana e via Regina Margherita a Roma. La velocità del furgone, del peso di circa 2 tonnellate, variava dai 100 chilometri orari ai 160 in piena estate e nel centro di Roma. In più – fanno notare i giudici – sull'asfalto nel punto in cui è avvenuto l'incidente non c'era alcun segno di frenata né tentativo di deviazione. È quanto basta per far concludere al collegio che la persona alla guida, che non aveva assunto né stupefacenti né alcolici, fosse consapevole dell'altissima probabilità di provocare un incidente mortale. Un rischio considerato evidentemente accettabile per chi era alla guida di un automezzo del peso di 2 tonnellate.

Una sentenza in linea con le richieste avanzate più volte dai pm
Con questa sentenza la Cassazione si avvicina alle richieste più volte avanzate dai pubblici ministeri di considerare, in presenza di condotte particolarmente spericolate, l'omicidio volontario e non il meno grave omicidio colposo.

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