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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2011 alle ore 08:30.

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Guido Alpa (Presidente del Consiglio nazionale forense): rispetteremo la conciliazioneGuido Alpa (Presidente del Consiglio nazionale forense): rispetteremo la conciliazione

La mediaconciliazione «imploderà» per le contraddizioni di una normativa «sbagliata e con profili di incostituzionalità», ma nonostante ciò l'avvocatura non può sottrarsi al dovere di applicare una legge e continuerà a muoversi dentro i binari istituzionali per cercare di fermare l'erosione delle competenze "caratteristiche" dei legali.

A margine dell'apertura del VI Congresso giuridico forense, inaugurato ieri a Roma al complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia in contemporanea alle manifestazioni per l'unità nazionale, il presidente del Cnf Guido Alpa replica con aplomb britannico all'attacco portato 24 ore prima dai legali dell'Oua, che al teatro Capranica avevano invocato le dimissioni del ministro Alfano e l'avvicendamento al vertice del Cnf, proprio per il «tradimento» consumato sulla mediaconciliazione.

Pur comprendendo i motivi del risentimento «rappresentati dal Cnf in ogni sede», il presidente degli Ordini ribadisce che l'approccio del consiglio nazionale forense non cambierà: «Stiamo lavorando per far funzionare la mediaconciliazione – dice Alpa – preparando i mediatori e istituendo le commissioni. Credo che nonostante tutti gli aspetti negativi della norma attuale, noi avvocati possiamo sostenere con forza la nostra terzietà, caratteristica che nessun altro Ordine e nessun'altra associazione potrà mai vantare in materia di conciliazione. Non a caso le nostre commissioni, e solo queste, staranno nei tribunali, non quelle dei medici o dei geometri, meno ancora quelle di associazioni e cooperative.

Il nostro dovere è lavorare partendo da questi punti di forza». Il Cnf non cambierà politica, quindi, nonostante le spinte dal basso che covano da tempo sotto la cenere, esplose nello sciopero dei legali Oua (che mercoledì avrebbe raggiunto punte del 90% di partecipazione, e che durerà fino a lunedì) e nonostante i segnali forti mandati ieri l'altro dal Capranica. «Capisco il malessere dei colleghi – aggiunge Alpa – l'accerchiamento normativo, anche se non congegnato, è evidente e innegabile, però noi applicheremo le norme cercando sino alla fine di migliorarle, proveremo nel frattempo a trarne le opportunità che offrono, ma insisteremo a percorrere il confronto istituzionale». In effetti i legali intervenuti al VI Congresso di aggiornamento sembrano trovarsi più a loro agio "sui banchi" che sulle barricate.

La sessione dedicata alla mediazione era, infatti la più affollata. Oltre 800 legali, distribuiti in tre sale, desiderosi di chiarire i molti dubbi irrisolti alla vigilia del debutto della norma, ma soprattutto intenzionati a far valere il valore aggiunto dell'assistenza legale in un cambiamento di cui la categoria deve diventare protagonista. «Il Cnf si è assunto la responsabilità politica di gestire questa rivoluzione - afferma uno dei relatori, l'avvocato Davide Cerri - ritirarsi sull'Aventino non servirà a far abrogare una legge difettosa, ma solo a far abrogare l'avvocatura, Molte categorie sono pronte a confrontarsi con la sfida. Noi abbiamo dobbiamo stare sul mercato - conclude Cerri - avendo dalla nostra la forza della qualifica e del codice deontologico».

Sulle marce in più degli avvocati punta anche il coordinatore della Commissione sulla mediazione del Consiglio nazionale forense, Fabio Florio. «I mediatori dovranno fare i conti con accordi regolati dalle stesse norme dei contratti – spiega Florio - si dovrà evitare che le intese raggiunte si infrangano contro lo scoglio delle norme imperative o dell'ordine pubblico. Sono considerazioni che un legale può fare meglio di altri professionisti». A preoccupare il Cnf, quando il conto alla rovescia per l'entrata in vigore della mediazione obbligatoria segna meno tre, sono i problemi logistici e tecnici. «Abbiamo circa 50 ordini che non hanno i locali da dedicare alla mediazione - confida Fabio Florio - e non è per niente facile stipulare le polizze assicurative». Altra spina nel fianco è la messa a punto di un software gestionale. «Non è semplice mettere a punto il sistema nei tempi richiesti dal ministero - spiega il coordinatore Florio - ma abbiamo già stipulato una convenzione e contiamo di essere pronti per gli ordini entro due o tre mesi».

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