Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2011 alle ore 07:35.

My24

«Gli uffici – dice un commercialista bolognese – inondano i nostri clienti di questionari ma incredibilmente noi professionisti non possiamo spedire documenti via mail. Allora non ci restano che fax chilometrici oppure l'appuntamento allo sportello».

Il problema non è solo di comunicazione. In occasione di un convegno, il 5 aprile, l'agenzia ha ammesso di inviare avvisi bonari pur in presenza di versamenti effettuati con ravvedimento operoso. Spesso le procedure informatiche dell'ufficio non riescono a individuare e abbinare i versamenti alle relative dichiarazioni. Alla domanda «cosa sbagliamo noi professionisti?» l'agenzia ha dato una risposta disarmante: «è un problema che ci sfugge».

Controlli in serie, attività a ostacoli
«Oltre alle visite di guardia di finanza e agenzia delle Entrate riceviamo a ripetizione quelle di funzionari Asl e polizia locale, tanto che in azienda ci sarebbe quasi bisogno di una persona per "accompagnare" tutti i controllori che ci invia lo Stato». Vincenzo Palumbo è titolare dell'Antica Falegnameria Palumbo 1946 (dieci dipendenti per 500mila euro di fatturato), una specie di istituzione a Napoli in fatto di lavorazione artigianale del legno. Per capirci: da oltre 60 anni a San Giovanni a Teduccio si fabbricano i mobili per una clientela che va dalla presidenza della Repubblica fino al Museo di Capodimonte.

Gli ispettori girano e rigirano le stesse carte. «Il fisco rappresenta un aspetto del problema – prosegue Palumbo – ma non l'unico: siamo artigiani e ogni tanto da noi si affacciano gli impiegati dell'Asl e la polizia locale, per controllare il livello delle emissioni nell'atmosfera o le modalità di smaltimento dei rifiuti. Verifiche sacrosante, per carità, ma che dovrebbero avere come contropartita servizi adeguati. Eppure, oltre il nostro cancello c'è sempre una montagna di rifiuti urbani».

Franco Caruso, 49 anni, è titolare di una Spa, fondata nel 1982 con il fratello a Vittoria in provincia di Ragusa. Si occupa di lavorazione di marmi e graniti: 57 dipendenti, 20 milioni di fatturato medio, per metà grazie all'export nei paesi del Nord Europa e del Nord America. «Negli ultimi dieci anni – racconta – abbiamo avuto quattro controlli della guardia di finanza e poi accertamenti continui da parte dell'agenzia delle Entrate, il controllo annuo da parte delle Dogane e richieste continue da parte dell'Inail e dell'Inps». Il confronto è con i colleghi canadesi. «In Canada – dice Caruso – tutto si chiude al massimo in due settimane. Da noi è uno stillicidio». Se si sbaglia qualcosa, le sanzioni sono salate e vanno aggiunti gli interessi. «Se è lo Stato a essere debitore dobbiamo armarci di pazienza».

Shopping24

Dai nostri archivi