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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2011 alle ore 09:37.

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Segnalazione semplificata per far decollare il piano casaSegnalazione semplificata per far decollare il piano casa

di Massimo Frontera
Procedure più rapide per avviare gli ampliamenti volumetrici degli immobili privati. È questo il cuore del "tagliando" al piano casa del 2009 annunciato dal ministro dell'Economia. Le misure di semplificazione si incorporano nella semplificazione della Scia, la segnalazione certificata di inizio attività. Dall'estate del 2010 la Scia ha soppiantato la Dia (Denuncia di inizio attività) per tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e piccoli ampliamenti. Presentata la Scia, il cantiere può partire subito. Spetta all'amministrazione verificare ed eventualmente contestare l'iniziativa, entro 60 giorni. Per gli interventi più grossi (ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni, manutenzione straordinaria) gli sportelli dell'edilizia continuano a chiedere il permesso di costruire oppure, se la normativa regionale lo ammette, la cosiddetta super-Dia.

La sorpresa
Non è facile neanche per i tecnici districarsi nelle pratiche autorizzative, che possono variare addirittura fra diversi municipi dello stesso Comune, come nel caso di Roma. In questa prospettiva, la promessa di sburocratizzare i piccoli cantieri privati acquista un fascino persino superiore a quello che potrebbe avere un bonus volumetrico ancora più sostanzioso. E d'altra parte, il ministro Tremonti ha confermato che l'ampliamento di cubatura resta limitato al 20-30%, cioè quello già previsto dalle varie leggi regionali varate nel 2009.

Bene in Veneto
Il piano casa lanciato nel 2009 ha finora avuto un buon riscontro solo in Veneto, con 23mila interventi registrati. L'intero Nord Italia - come emerge dall'ultimo monitoraggio pubblicato su «Edilizia e Territorio» - ha deluso chi pensava di liberare un enorme bacino di domanda edilizia latente. La provincia di Bolzano ha fatto registrare 1.300 richieste, il Friuli 705 e la Liguria 300. La Lombardia ha prodotto, incredibilmente, solo 232 domande, meno della Valle d'Aosta (250).

In Emilia Romagna e Lombardia il piano casa è scaduto
Inoltre si stanno progressivamente chiudendo le finestre temporali che le Regioni avevano definito nelle loro leggi. In Emilia Romagna e Lombardia, per esempio, il termine è già scaduto nel 2010. E non è stato rinnovato. In altre Regioni sono state concesse proroghe. La Campania, per esempio, ha riaperto i termini (fino al giugno 2012). Stessa cosa per la Liguria che ha esteso le misure fino a tutto il 2013. Piemonte e Umbria hanno prorogato ma solo fino a tutto il 2012.

Il Lazio, poi, vive il paradosso di avere avuto un'amministrazione di centrosinistra (l'ex governatore Marrazzo) che ha varato la norma nell'agosto 2009 sostenuta dal governo Berlusconi; e di avere l'attuale amministrazione di centrodestra (la governatrice Polverini) impantanata da mesi nel restyling della stessa norma. Anche questo fa capire perché la promessa di Tremonti, riferita dai geometri, di rendere le misure immediatamente operative senza una tappa normativa regionale (nel rispetto della Costituzione), carica a mille le aspettative di imprese, professionisti e famiglie.

Nel decreto in arrivo ce ne sarà anche per le opere pubbliche. Il ministro ha confermato le misure per accelerare gli investimenti e l'introduzione delle percentuali fisse per le cosiddette opere compensative chieste dalle amministrazioni locali sui cui territori viene progettata l'opera pubblica. Nel mirino ci sono anche le contestazioni dell'impresa tese a far salire l'importo concordato in fase di aggiudicazione, magari grazie a un supersconto. La verifica del progetto da parte di un ente terzo dovrebbe evitare questa prassi.

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