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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2011 alle ore 07:47.

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Tremonti: «Ganasce fiscali, va fissato un limite» (Ansa)Tremonti: «Ganasce fiscali, va fissato un limite» (Ansa)

di Marco Mobili
Stop a ogni forma di abuso delle ganasce fiscali, ma anche agli interessi sugli interessi che oggi, anche nella riscossione, generano fenomeni di vero e proprio anatocismo. «Servono alcune correzioni che però non dipendono dall'amministrazione ma dal Legislatore. Per le ganasce ci deve essere un limite». A sostenerlo è stato lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel concludere i lavori del convegno celebrativo del decennale delle agenzie fiscali svoltosi ieri a Roma presso la Sala Giulio Cesare del Campidoglio.

Tremonti, prendendo in prestito l'immagine del diavolo e dell'acqua santa (citando prima Marx, poi il compendio della Chiesa), ha sottolineato che sul tavolo «c'è un'idea di correzione su alcuni aspetti del sistema relativi alle partite minime, che finiscono per determinare effetti opposti a quelli desiderati in termini di odiosità nelle forme di pretesa e di costi da sostenere per sanare sanzioni applicate per mancati adempimenti».

Così sulle ganasce, ha sottolineato ancora Tremonti rivolgendosi al padrone di casa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, «si guarda al governo anche quando si applicano per i comuni. Se lo facessero loro». Nel mirino del legislatore dovrebbero finire, dunque, anche le modalità «di calcolo delle sanzioni fiscali: troppo spesso – ha detto Tremonti – non si capisce se si tratti di veri interessi o di ulteriori sanzioni». Modifiche e ritocchi da apportare al sistema della riscossione che potrebbero salire in corsa già sul treno del decreto sviluppo, in discussione da martedì prossimo alla Camera.

Oltre a sanzioni, ganasce e interessi, potrebbero trovare spazio anche altre modifiche sollecitate soprattutto dal mondo delle imprese, come le modalità di determinazione degli aggi della riscossione e delle rateizzazioni. Dove più che lavorare a un allungamento del limite massimo delle 72 rate, si potrebbero prevedere misure ad hoc per sbloccare situazioni che richiedono più tempo per adempiere ai pagamenti.

Sono modifiche che, secondo il titolare di via XX settembre, servono a mettere a punto nell'immediato «un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini». Per la riforma più complessiva il cantiere è già al lavoro. La struttura amministrativa, tra l'altro, è pronta. Nel 2001, quando fu varato il provvedimento per la nascita delle agenzie, lo stesso Tremonti ha ammesso di aver votato contro: «Ero convinto – ha affermato – che un rapporto etico, basico come quello fiscale potesse essere fatto solo a livello amministrativo».

Riconosce così al rivale politico di sempre, Vincenzo Visco, che si è trattato di una buona riforma, a tal punto che è giunto il momento di creare una quinta agenzia. Il riferimento diretto è a quella dei Monopoli, che si aggiungerà alle quattro esistenti: Entrate, Territorio, Demanio e Dogane. Il fascicolo è già sul tavolo del ministro, entro la fine dell'anno (6-7 mesi) "la quinta sorella" potrebbe essere realmente operativa, come ha rilevato il direttore generale dei Monopoli, Raffaele Ferrara. Tremonti ha ribadito anche la volontà di arrivare a un codice fiscale. Ma con un distinguo preciso: «Il codice non è un testo unico, ma si tratta di riportare in princìpi di diritto e civiltà un sistema che prolifera nella complessità».

Sulla semplificazione ha posto l'accento anche il direttore delle Entrate, Attilio Befera, il quale ha sottolineato come per mantenere costante il gettito sarà necessario lavorare soprattutto sulla "tax compliance" e dunque su un costante cambiamento della coscienza civica dei contribuenti. Per Gabriella Alemanno, direttore del Territorio, agenzia è sinonimo di efficienza e autonomia. Arma vincente è il grande utilizzo delle tecnologie. Per il direttore delle Dogane, Giuseppe Peleggi, la grande rivoluzione è rappresentata dallo sportello unico doganale, mentre la scommessa da vincere sarà lo sviluppo dei porti italiani. Infine anche Maurizio Prato, direttore del Demanio, ha posto l'accento sulla maggiore efficienza che oggi assicura il modello-agenzia, con personale preparato, qualificato, dinamico con un'età media sotto i 40 anni.

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