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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2011 alle ore 09:26.

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Lo stalking si allarga anche al condominio (Corbis)Lo stalking si allarga anche al condominio (Corbis)

Va punito per stalking chi molesta ripetutamente i condòmini di un edificio in modo da produrre in essi uno stato d'ansia. Lo ha stabilito la Cassazione con una innovativa sentenza, la n. 20895 di oggi (si legga il testo integrale sul sito di Guida al diritto), che segna un punto a favore di tutti coloro che si trovano a essere destinatari di molestie, anche solo occasionalmente, in virtù dell'appartenenza a un determinato gruppo sociale. Sia, dunque, per l'appartenenza a un genere, come per esempio l'essere donna, sia nel caso si faccia parte di un particolare consesso, come nel caso di un condominio.

Il reato si configura anche se le persone sono diverse
I giudici di Piazza Cavour, infatti, nel respingere il ricorso di un soggetto affetto da una sindrome maniacale, hanno riconosciuto che non è necessario per integrare la fattispecie del reato di stalking che il comportamento persecutorio sia tenuto verso la medesima persona. «Difatti, - osserva la Corte - la minaccia rivolta a una persona può coinvolgerne altre o comunque costituirne molestia». Come nel caso di colui che «minacci d'abitudine qualsiasi persona attenda ogni mattino nel luogo solito un mezzo di trasporto per recarsi al lavoro». Per la Suprema Corte è "ineludibile" l'implicazione che «l'offesa arrecata ad una persona per la sua appartenenza ad un genere turbi di per sé ogni altra che faccia parte dello stesso genere». E, dunque, «se la condotta è reiterata indiscriminatamente contro talaltra, perché vive nello stesso luogo privato, sì da esserne per questa ragione occasionalmente destinataria come la precedente persona minacciata o molestata, il fatto genere all'evidenza turbamento in entrambe».

A nulla è servito l'intervento del parroco
Il caso è quello di un uomo di 44 anni della provincia di Torino che aveva più volte minacciato diverse donne residenti nel suo stesso condominio, intimando loro di andarsene. In un caso, una di queste si era anche fatta accompagnare dal parroco affinché dissuadesse lo stalker dal proseguire nei suoi atteggiamenti, ma la presenza del prelato a nulla è servita. Altre volte, l'imputato aveva provocato l'arresto dell'ascensore nel quale avevano trovato rifugio delle signore facenti parte del condominio, o ancora ne aveva "ostentamente" seguita qualcuna. La Cassazione, bocciando il ricorso, ha così confermato la lettura della norma fatta dalla Corte d'appello di Torino per cui «le singole condotte, in quanto ripetute nei confronti di donne di qualsiasi età conviventi nell'edificio le coinvolgesse tutte».

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