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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2011 alle ore 18:45.

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Una veduta di Barletta con il duomo (Giuliano Valsecchi/Archivi Alinari, Firenze)Una veduta di Barletta con il duomo (Giuliano Valsecchi/Archivi Alinari, Firenze)

Vedi il mare quant'è bello….e senti che bel rumore di campane. Quando la torre del Municipio nel caratteristico borgo medievale marittimo rintocca un po' troppo, va risarcito l'albergo che non lavora a causa del rumore. Se però il titolare della struttura alberghiera non riesce a dimostrare che le stanze sono rimaste vuote anche d'inverno per colpa del frastuono comunale, il ristoro si circoscrive al solo periodo estivo. La sentenza della Cassazione n. 14892 (si legga il testo sul sito di Guida al diritto ) depositata il 6 luglio racconta una singolare storia di "vacanza rovinata" sì, ma per il proprietario dell'hotel.

Inquinamento acustico
I giudici, confermando l'operato dei colleghi di merito, hanno rigettato il ricorso della titolare di un albergo di Noli, in Liguria, che dal 1990 a oggi ha battagliato per vedersi riconoscere il pieno danno patrimoniale per l'inquinamento acustico causato dalle campane della torre municipale. Nel 1997 la signora ha ottenuto che il tribunale regolamentasse l'orario di funzionamento dell'apparecchio campanario, con condanna dell'ente locale al pagamento di nove milioni di lire a titolo di danno morale. E solo nel dicembre 2002 è arrivato anche il risarcimento patrimoniale di 18mila euro, limitato al solo periodo 7 agosto 1989-30 settembre 1989.

Il nuovo regolamento comunale
Non abbastanza, per l'agguerrita imprenditrice. Il giusto, secondo i giudici, visto che non è stata dimostrata l'ulteriore estensione temporale del danno alla struttura turistica. Per quel che vale, però, oggi Noli ha un rigoroso regolamento comunale contro l'inquinamento acustico che - oltre al divieto di «emettere grida o urli inconsulti» - inibisce il suono delle campane dalle ore 23 all'alba.

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