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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2011 alle ore 08:23.

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A Milano e Roma la maglia nera dei reatiA Milano e Roma la maglia nera dei reati

La crisi non risparmia la criminalità: anche la delinquenza investe in un bene rifugio come l'oro e "visita" con maggior frequenza le case degli italiani in cerca del prezioso metallo. In effetti, mentre il consuntivo dei delitti denunciati nel 2010 si è mantenuto allo stesso livello del 2009 (2,6 milioni) a evidenziare una crescita a due cifre sono, tra i reati che maggiormente coinvolgono la vivibilità urbana, i furti nelle case: +12 per cento.

Case: è questa la prima riflessione che si ricava dall'analisi dei trend della criminalità elaborato sui dati forniti dall'Anfp (Associazione nazionale forze di polizia). «La diminuzione delle denunce nel 2010 è stata meno evidente ai due anni precedenti – osserva Enzo Letizia, segretario dall'Anfp –. Risalta però l'impennata dei furti negli appartamenti, un fenomeno che, al di là della diversificazione territoriale dell'incremento e dell'incidenza, si può collegare alla difficile congiuntura che sta attraversando il Paese». Dal disagio economico, insomma, alle effrazioni con i relativi furti di oro e preziosi da immettere poi nel circuito malavitoso. «La conferma viene da molte perquisizioni effettuate nell'ambito di indagini su attività criminose – continua Letizia – che hanno portato al rinvenimento di lingotti d'oro, evidentemente ricavati dai bottini frutto di "incursioni" nelle abitazioni».

Bilancio statico: la seconda riflessione riguarda la staticità del bilancio criminoso: nel 2010 il calo è di pochi decimali (-0,4%) mentre nel 2009 aveva sfiorato il 3% rispetto ai dodici mesi precendenti (a 2,63 milioni dai 2,7 milioni) per non parlare del 2008 quando si era registrato un 7,5% di contrazione (dai 2,93 milioni del 2007).

Resta da capire se questi 2,6-2,7 milioni dai quali non ci si riesce a scostare significativamente nell'ultimo triennio siano da ritenersi fisiologici o non rappresentenino la premessa di una ripresa della criminalità diffusa, anche considerati i tagli di risorse sul fronte sicurezza. «Destinare uomini e mezzi alla sicurezza – commenta Letizia – non dovrebbe essere considerata una spesa, ma un investimento essenziale a sostegno della qualità della vita e dello sviluppo economico. Invece tra le forze effettive e organico previso per Polizia, Carabinieri, e Guardia di finanza c'è un gap di quasi circa 17mila unità. Con ricadute immaginabili su tutto il sistema di prevenzione, controllo e analisi dei fenomeni sul territori. Occorrerebbe ritornare alla dotazione di inizio 2000 come organico e come mezzi. Senza trascurare il potenziamento delle politiche di welfare da parte dei comuni: anche il deterioramento del quadro generale può contribuire all'intensificarsi dei reati a maggiore allarme sociale».

Sul territorio: il quadro che emerge dal consuntivo 2010 si presenta in ogni caso assai differenziato nelle singole aree del Paese. Ad "aggiudicarsi" il primato dell'allarme è Milano che ha sia il maggior numero di delitti denunciati (275mila) sia la maggiore incidenza sulla popolazione (6.948 ogni 100mila abitanti). Per volumi complessivi la seguono altre grandi come Roma, Torino, Napoli (tutte sopra quota 125mila). Non cambiano molto le presenze nella parte alta (negativa) della classifica a fianco sui reati in rapporto agli abitanti (se si esclude Rimini, che registra poco più di 20mila reati ma è penalizzata nel calcolo dal ridotto numero dei residenti e dall'aumento dei reati nella stagione estiva in coincidenza con il boom del turismo).

La Capitale però ha poco da rallegrarsi: se sta dietro a Milano per volumi e incidenza, deve però vedersela un incremento dei delitti denunciati nel 2010 pari all'8% circa (Milano segna solo un +0,2%). A far peggio, come variazione, sono solo L'Aquila, Matera, Latina, Palermo, Ascoli Piceno e Lodi (realtà però a bassa incidenza di reati).

Le tipologie: anche nella parte alta delle singole tipologie di reato (si vedano le tabelle sotto che riportano le 15 province con il peggiore rapporto tra reati e popolazione) le due grandi non mancano: Milano, ad esempio, è terza dopo Lucca e Pavia per la piaga dei furti in casa (486 ogni 100mila abitanti contro una media nazionale di 280), e seconda per borseggi (indice 524, il triplo rispetto alla media). Roma invece spicca nei furti di auto (491 ogni 100mila abitanti) e negli scippi (indice 41 contro una media Italia di 23,6). Ma che siano necessarie politiche di intervento lo dice il trend che penalizza soprattutto la capitale. Infatti l'aumento dei furti in casa è stato pari al 12% a livello nazionale, ma ha superato il doppio (+26%) a Milano e a Roma (34° posto nella relativa classifica).

I borseggi invece a Milano appaiono in calo (-11%) mentre a Roma sono saliti del 27%. Stesso andamento per rapine e scippi: in calo a Milano rispettivamente del 4 e del 10%, ma entrambe in crescita di circa il 20% a Roma.

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