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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2012 alle ore 16:35.

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Tutte le novità della riforma delle pensioni in vigore da oggiTutte le novità della riforma delle pensioni in vigore da oggi

Resta in vita una differenza di trattamento per le donne del settore privato, dipendenti e autonome, ma si prevede un periodo molto più breve per il superamento di questo sfasamento. Il requisito sale a 62 anni nel 2012 (63 anni e 6 mesi per le autonome), a 63 anni e 6 mesi dal 2014 (64 anni e 6 mesi per le autonome), a 65 anni dal 2016 (65 anni e 6 mesi per le lavoratrici autonome) e, infine, si stabilizza a 66 anni a partire dal 2018 (66 anni per le lavoratrici autonome).

Questi limiti di età sono destinati a crescere ulteriormente in virtù del meccanismo di aggancio alle speranze di vita. La legge inoltre prevede una clausola di salvaguardia, secondo la quale per tutti, uomini e donne, del settore pubblico e del privato, l'età della pensione di vecchiaia non potrà comunque essere inferiore a 67 anni dal 2021, anche qualora questo traguardo non fosse raggiunto tramite gli adeguamenti alla speranza di vita.

Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1995, sarà possibile andare in pensione prima, a 63 anni, con un'anzianità contributiva minima di 20 anni. La condizione è che l'importo della prima mensilità di pensione sia almeno pari a 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale. Chi raggiunge i 70 anni di età può far valere anche solo cinque anni di contributi(la pensione è sempre calcolata con il metodo contributivo).

Contributivo pro rata
Il sistema contributivo è imperniato sulla logica della corrispettività: l'importo della pensione deve essere calcolato sull'ammontare dei contributi versati, dedotte le spese di gestione dell'istituto previdenziale. La riforma Dini, nel sancire l'abbandono del sistema retributivo, aveva previsto la salvaguardia di tale metodo di calcolo per le persone che avevano un'anzianità contributiva pari ad almeno 18 anni. Tale regola viene abolita dal Dl 201/2011 che, nell'ottica di dare maggiore equità al sistema pensionistico, ha previsto l'applicazione dal 1° gennaio 2012 del contributivo per tutti, senza distinzioni (contributivo pro rata). Questa misura riguarderà solo i periodi di lavoro successivi alla sua entrata in vigore.

Requisiti pensionistici e speranze di vita
Dal 2010 il nostro ordinamento pensionistico prevede l'aggancio automatico dei requisiti anagrafici necessari per andare in pensione alle speranze di vita, al fine di garantire l'equilibro nel lungo periodo delle gestioni previdenziali. La logica del sistema è che quando la vita media aumenta, la permanenza al lavoro deve essere più lunga, in modo che la maggiore durata della vita media non si traduca in un maggior costo per il sistema previdenziale. L'aumento dei requisiti dovrebbe verificarsi in maniera automatica, ogni volta che la speranza di vita, rilevate con cadenza periodica dall'Istat, aumenta. Il sistema è stato introdotto dalla legge 122/2010, che ne ha sancito l'applicazione generalizzata a tutti i tipi di pensione: interessa sia l'età anagrafica necessaria per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, sia l'età minima e la quota richiesta per la maturazione del diritto alla pensione anticipata, ma anche l'età anagrafica necessaria per maturare l'assegno sociale.

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