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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2012 alle ore 15:43.

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Va poi considerato che, dopo decenni di cartelle pazze dovute a mancate trascrizioni al Pra, questi problemi sono divenuti abbastanza noti a pubblico. Per questo chi rivende la propria auto tende a cautelarsi più che in passato, seguendo le pratiche per accertarsi che vengano espletate. Giuridicamente, invece, il suo ruolo si ferma alla semplice firma autenticata sul certificato di proprietà (che funge da atto di vendita, generalmente sufficiente per difendersi di fronte ad addebiti successivi che però arrivano lo stesso fino a quando non avviene la trascrizione al Pra), perché gli adempimenti successivi (trascrizione al Pra e aggiornamento alla Motorizzazione) competono all'acquirente. Questo è comunque un altro "buco" del sistema, che favorisce i più disinvolti.
Diverso è lo scenario quando un veicolo passa di mano tra parenti o amici: il rapporto che c'è tra venditore e acquirente è spesso tale che ci si mette d'accordo per non ufficializzare in alcun modo il passaggio e per fare in modo che chi resta intestatario del mezzo dichiari, all'occorrenza, di essere ancora l'effettivo proprietario. Indubbiamente tale espediente è messo in pratica tanto più spesso quanto più è alto il carico fiscale sulle trascrizioni.

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