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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 07:36.

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Il tema dell'Imu sui beni della Chiesa (e di tutto il no profit) è rimasto là, nel mezzo della bella sala di palazzo Borromeo dove si è svolto l'incontro tra i vertici della Repubblica e quelli della Chiesa. Ma è stato accuratamente evitato. Almeno così assicurano ministri e cardinali, mischiati per il ricevimento annuale in ricordo dei Patti Lateranensi. All'indomani della decisione del governo di mettere mano ad una materia tanto delicata quanto complessa le diplomazie dei due stati hanno convenuto ieri di stare alla larga dal tema, e aspettare la norma quando arriverà (il prossimo venerdì 24 febbraio, nel decreto fiscale).

Giorgio Napolitano si è limitato a commentare che l'incontro è andato «benissimo, gli uni e gli altri mi hanno detto che è andata benissimo. D'altronde, sono loro i protagonisti». Presente mezzo governo, a partire dal premier Mario Monti con i ministri Terzi, Severino, Riccardi, Ornaghi, Fornero, Passera, Balduzzi, Moavero e Profumo: uno schieramento ad alta intensità cattolica ma di marca "tecnica", che ha messo mano ad una materia da cui i politici si sono sempre tenuti alla larga. Ma la consegna del silenzio e le caute reazioni di due giorni fa dei vescovi indica che qualche preoccupazione c'è per come sarà applicata la norma, tanto che si ripete ad alta voce che non sia penalizzato il no profit. «Non può essere il problema dell'Imu a mettere in discussione o ad inquinare i rapporti che ha lo Stato italiano con la Chiesa» ha detto il presidente del Senato Renato Schifani. «Se il Governo ha individuato delle norme non punitive nei confronti della Chiesa le valuteremo con favore» ha rincarato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che era presente insieme agli altri due leader dei partiti di maggioranza, Pierluigi Bersani e Pierferdiando Casini.

Quest'ultimo ha chiarito: «Bisogna sgravare dall'Imu le attività caritatevoli e assistenziali che svolgono un ruolo fondamentale anche in assenza delle strutture pubbliche: su questo Monti é in linea con quanto la maggioranza in tutte le sue componenti ha sempre dichiarato». Insomma, all'indomani dell'annuncio della norma sta affiorando uno schieramento bipartisan di deputati che cerca di mettere dei paletti in difesa del no profit, nel suo insieme. «Vediamo che la decisione del governo di preparare un emendamento sul pagamento dell'Imu da parte della Chiesa ha riportato in superficie il solito rigurgito anticlericale», hanno dichiarato in una nota i deputati Maurizio Lupi (Pdl), Ugo Sposetti (Pd), Gianluca Galletti (Uc), Gabriele Toccafondi (Pdl), Paola De Micheli (Pd), Angelo Compagnon (Udc).

Uno schiramento piuttosto eterogeneo, ma che segnala come si cerchi di dare garanzie al mondo dell'associazionismo (Lupi è vicino a Cl) ma anche dei partiti, visto che tra i firmatari c'è Sposetti, storico tesoriere dei Ds e custode del patrimonio inmmobiliare.

Di Imu, quindi, ufficialmente non si è parlato – come ha assicurato l'ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco - ma di certo si è discusso di scuola (ma non di soldi), di libertà religiosa (ma non di crocefisso) e di Europa (ma non di Fondo salva Stati). Al termine dell'incontro plenario fitti colloqui da un parte tra Napolitano e il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e dall'altra tra Monti e il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Sulle cifre la Cei dice la sua: per il portavoce Domenico Pompili è di circa 100 milioni di euro la stima del valore dell'esenzione dell'imposta sugli immobili di proprietà della chiesa destinati a fini esclusivamente commerciali. Si vedrà.

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